Abstract:
"All’interno di un universo variegato come quello dei disturbi del linguaggio, l’afasia assume un rilievo particolare e specifico, la cui complessità richiede un approccio analitico accurato.
L’afaṡìa s. f. [dal gr. ἀϕασία «incapacità di parlare», comp. di ἀ- priv. e ϕάσις «voce, affermazione»] è un disturbo del linguaggio, diverso dai vari tipi di mutismo e indipendente da disturbi dell’apparato fonatorio o dell’organo uditivo: consiste nella perdita della capacità di esprimere (a. motoria, detta anche afemia) o di comprendere (a. di comprensione o sensoriale) le parole (Enciclopedia Treccani). Tale disturbo del linguaggio è acquisito, derivante da un danno focale (di precisa localizzazione a livello della corteccia cerebrale: generalmente nella metà sinistra dell’emisfero cerebrale dominante), responsabile della perdita o riduzione della capacità di comprendere, comunicare, leggere e scrivere (Favilla, 2003).
È necessario sottolineare che esistono molte tipologie di afasia, che variano molto a seconda della tipologia della lesione subita dalla persona (Enciclopedia Treccani).
Le conseguenze che l’afasia ha sulla vita di una persona sono consistenti: nella maggior parte dei casi ci sono problemi a comprendere e a farsi comprendere, rendendo la comunicazione molto complicata e creando le condizioni favorevoli ad una situazione di isolamento della persona afasica (Basso, 2018).
In questo elaborato presenterò innanzitutto la definizione di afasia e la storia degli studi che l’hanno scoperta. A seguire, analizzerò gli effetti che l’afasia ha sia sulla persona che ne è colpita, sia sulle persone che le stanno intorno, mostrando come questo influenzi e modifichi la vita di tutti loro.
Infine, analizzerò alcuni esempi di frase prodotte da pazienti con diversi tipi di afasia e presenterò una rassegna delle ricerche sulle varie tipologie di riabilitazione, con lo scopo di comprenderne l’efficacia e indagare se esiste una terapia più adeguata rispetto ad un’altra a seconda del tipo di paziente (uomo-donna, adulto-anziano, ecc.).
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