Abstract:
La crisi russo-ucraina è una crisi diplomatica e militare tra la Federazione Russa e l'Ucraina, iniziata nella prima fase tra il marzo e l'aprile del 2021, e poi successivamente riesplosa nella seconda fase tra l'ottobre del 2021 e l'inizio del 2022. L'acme di questa crisi si è raggiunta all'alba del 24 febbraio quando il presidente russo Vladimir Putin ha dato l'ordine di invadere l'Ucraina. La decisione è avvenuta poco dopo il riconoscimento ufficiale delle repubbliche separatiste del Donbas situate in territorio ucraino, la Repubblica di Donetsk e la Repubblica di Luhansk, e l'invio di truppe nel territorio con la motivazione ufficiale di un’iniziativa di peacekeeping, giustificato dal presidente russo con il timore russo di una possibile futura adesione dell'Ucraina alla NATO e spiegato come concentrazione di truppe impegnate in un'esercitazione militare.
Ora che la Russia è passata all’attacco, gli occhi si puntano su quale possibile reazione e posizione possa adottare la Cina. Anche se in questi anni il presidente cinese Xi Jinping ha trasformato la Cina in un protagonista asiatico inusualmente assertivo, la raccomandazione di Deng Xiaoping alla cautela rimane una massima della presenza cinese nel mondo. In un comunicato del ministro degli esteri di Pechino si legge come la Cina segua da vicino gli sviluppi della situazione in Ucraina e auspichi che tutte le parti tornino al dialogo e al negoziato. Il ministro Wang Yi stesso ha sottolineato come la Cina rispetti la sovranità di tutti i Paesi e la loro integrità territoriale.
In tutta questa situazione il sistema mediatico cinese, che dalla fine degli anni Settanta ha subito una parziale deregolamentazione, commercializzazione e privatizzazione, portando a una diminuzione del controllo sugli affari e sulle finanze dei media, rimane, tuttavia, inserito in una struttura istituzionale che lo lega allo Stato. Questa struttura è stata anche adattata per mantenere la capacità dello Stato di esercitare un controllo politico sull'organizzazione, sul personale e sul processo editoriale dei giornali.
L’obiettivo di questo studio è analizzare l’evoluzione del linguaggio mediatico del portavoce del Partito Comunista Cinese (PCC), ovvero il Quotidiano del Popolo (人民日报 rénmín rìbào), a partire dal 20 febbraio al 30 marzo 2022. Il periodo di riferimento considerato rappresenta il primo mese di guerra e permette di avere una visione della situazione dal suo nascere fino alla presa di posizione delle principali Potenze coinvolte. Inoltre consente di avere una mole di materiale adeguata per lo studio. Pertanto si andranno a selezionare alcuni articoli che abbiano come tematica la guerra russo-ucraina, utilizzando come criterio di selezione degli articoli una ricerca, all’interno del sito online del Quotidiano del Popolo, per parole chiave, quali “俄罗斯 Èluósī (Russia)、乌克兰 Wūkèlán (Ucraina)”, e si andrà ad analizzarne il contenuto, lo stile e la terminologia. L’analisi si soffermerà sulle scelte stilistiche e lessicali adottate all’interno degli articoli, andando ad evidenziare gli elementi di novità o di continuità tra di essi. In particolare si vuole comprendere come è evoluto il linguaggio mediatico cinese all’interno del lasso di tempo considerato e a quali elementi (fattori culturali, storici, politici) viene data maggiore importanza all’interno degli articoli stessi per creare consenso attorno al partito e per forgiare l’opinione pubblica.