Abstract:
Lo scopo principale di questa tesi è quello di fornire una panoramica in merito al problema dell'aborto nel corso della storia del Giappone. A partire dagli anni '70 del '900 è emersa e si è diffusa nel Paese una nuova pratica religiosa denominata mizuko kuyō, che consiste in un insieme di riti officiati per la pacificazione delle anime dei bambini aboriti o morti prematuramente. Questo nuovo culto trova le sue radici nel passato della storia del Paese. Fin dal periodo Edo infatti, il termine mizuko, che letteralmente significa "bambino d'acqua", veniva utilizzato per indicare le anime di tutti i bambini morti a causa di aborto, spontaneo o volontario, infanticidio, morte prematura o bambini morti durante il parto. Tuttavia, nel corso dei secoli, la valenza del termine e l'atteggiamento dei giapponesi nei confronti di questa categoria di spiriti sono cambiati profondamente. Se infatti, inizialmente i mizuko venivano considerati spiriti neutri che col passare del tempo scomparivano, in seguito cominciarono ad essere percepiti come anime tristi in quanto rifiutate dalle loro famiglie. A partire dalla diffusione del mizuko kuyō, invece, esse si sono caricate di una valenza vendicativa e rancorosa che impedisce alle donne di liberarsi dalla loro presenza inquieta e dal senso di colpa che accompagna tali decisioni.