Abstract:
La tesi ha come oggetto il ruolo che la lingua latina ha assunto in Cina, a partire dall’iniziale funzione di strumento di scambio interculturale tra Occidente e Oriente, fino al successivo utilizzo nella sfera giuridica cinese. Infatti, con lo 西方东见 xīfāngdōngjiàn [flusso dell’Occidente verso Oriente] si agevolò nei cinesi la comprensione della cultura europea e si diede origine alla sinologia europea, utile strumento di apertura per la conoscenza e la diffusione della cultura cinese in Occidente. Nel mondo giuridico dell’ultimo secolo, invece, lo studio del latino e delle basi del diritto romano hanno stimolato ed accompagnato la creazione del Codice Civile Cinese 中国民法典 zhōngguó mínfǎdiǎn , entrato in vigore nel 2021, che affonda le proprie radici nella tradizione romanistica giustinianea. Nel primo capitolo si ripercorre il contesto storico-culturale in cui Oriente e Occidente sono venuti progressivamente in contatto, scambiandosi informazioni e scoperte scientifiche. In tale scenario, la lingua latina ha rappresentato una sorta di lingua franca tra la cultura occidentale e quella orientale durante i secoli XIII-XVIII. Nel secondo capitolo viene approfondita l’importanza che la lingua latina riveste ancora oggi nel rapporto culturale tra le due culture. In particolare, si pone attenzione sulla creazione dell’Eurasian Latin Archive, che raccoglie la documentazione latina, che per diversi secoli rappresentò il più intenso strumento di dialogo intellettuale e scientifico tra la civiltà europea e quella dell’Estremo Oriente. Il terzo capitolo propone una prima riflessione sulla struttura del Codice Civile Cinese ed un’analisi linguistica del principio giuridico di “buona fede oggettiva” del diritto romano, fatto proprio ed integrato nella codificazione cinese in relazione all’esperienza tedesca del criterio di bona fides, con il neologismo 诚实信用 chéngshíxìnyòng, il quale delinea un concetto nuovo, mantenendo però un collegamento con la tradizione confuciana. Nel quadro di tale contesto, la tesi ha l’obiettivo di approfondire lo scambio interculturale tra il mondo occidentale e quello orientale, esaminando la struttura ed alcuni contenuti dell’Eurasian Latin Archive nonché effettuando un’analisi linguistica dell’espressione bona fides, così come è stata tradotta e recepita dai giuristi cinesi. Il risultato di questa ricerca evidenzia come la lingua latina non sia una lingua morta, bensì uno strumento ancora vivo ed efficace, capace di innescare un processo di riforma e riorganizzazione di un sistema giuridico di tradizione millenaria.