Τὸ μὴ ὄν φαμέν: il negativo e la parola. Dal "Nichts" heideggeriano alla possibilità dell’impossibile.

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dc.contributor.advisor Spanio, Davide it_IT
dc.contributor.author Pasquato, Zeno <1997> it_IT
dc.date.accessioned 2023-06-19 it_IT
dc.date.accessioned 2023-11-08T14:55:16Z
dc.date.available 2023-11-08T14:55:16Z
dc.date.issued 2023-07-18 it_IT
dc.identifier.uri http://hdl.handle.net/10579/23860
dc.description.abstract Il presente lavoro si propone di argomentare il tema del negativo a partire dalla proposta filosofica di Martin Heidegger. Si cercherà di affrontare, dunque, in modo diretto la negatività come ciò che differisce dall’antitesi metafisica di essere e nulla. Lo sviluppo della questione del Nichts, nel primo capitolo, verrà declinata in rapporto al Dasein e la sua possibilità estrema: lo Sein-zum-Tode. Il rimando ontologico che rispecchia il nulla nell'essere, di cui il Dasein fa esperienza, costituisce una dimensione che precede la comprensione gnoseologico-metafisica a cui si giunge con le categorie logiche. Tale dimensione è la precomprensione che innesca il circolo ermeneutico, il quale va abitato nella maniera giusta. Rimanendo in questo circolo, allora, nel secondo capitolo si affronterà il paradosso dell’ermeneutica: la circolarità del dire, che è pensiero, che tenta di dire, cioè pensare, sé stesso. Dopo aver storicizzato il fondamento della metafisica, l’ermeneutica ricerca il proprio stesso fondamento, il quale deve mostrarsi capace di fare i conti con l'Ab-grund. Sono state considerate, a tal fine, le proposte pensanti di Vattimo e Vitiello, le quali tentano di corrispondere il circolo ermeneutico, inaugurato da Heidegger, attraverso una prassi di pensiero. Il terzo capitolo riprenderà alcune osservazioni heideggeriane degli anni di Marburgo sulla logica e sulla struttura dell’in-quanto ermeneutico. La parola (λόγος) significa il dire l'essenza dell'uomo nel τὸ λεγὸμενον: ciò serba in sé, però, il pericolo tragico dell'imporsi in modo violento, coprendo l'esperienza del Linguaggio come possibilità dell'enunciazione. Il λόγος, infatti, dispone l’esser-insieme e la possibilità dell’enunciato assertorio, la sua struttura sintetico-diairetica che custodisce il μὴ ὅν. Il contrappunto nel singolo Dasein del dire-significato apofantico è la differenza dell'essere dall'ente, nel punto di fuga dello Sein-zum-Tode, il quale svela l'esperienza dell'essere come finitezza e come possibilità dell’impossibile. it_IT
dc.language.iso it it_IT
dc.publisher Università Ca' Foscari Venezia it_IT
dc.rights © Zeno Pasquato, 2023 it_IT
dc.title Τὸ μὴ ὄν φαμέν: il negativo e la parola. Dal "Nichts" heideggeriano alla possibilità dell’impossibile. it_IT
dc.title.alternative Τὸ μὴ ὄν φαμέν: il negativo e la parola. Dal "Nichts" heideggeriano alla possibilità dell’impossibile. it_IT
dc.type Master's Degree Thesis it_IT
dc.degree.name Scienze filosofiche it_IT
dc.degree.level Laurea magistrale it_IT
dc.degree.grantor Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali it_IT
dc.description.academicyear 2022/2023_sessione estiva_10-luglio-23 it_IT
dc.rights.accessrights openAccess it_IT
dc.thesis.matricno 864697 it_IT
dc.subject.miur M-FIL/01 FILOSOFIA TEORETICA it_IT
dc.description.note it_IT
dc.degree.discipline it_IT
dc.contributor.co-advisor it_IT
dc.date.embargoend it_IT
dc.provenance.upload Zeno Pasquato (864697@stud.unive.it), 2023-06-19 it_IT
dc.provenance.plagiarycheck None it_IT


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