Abstract:
Ōba Minako (1930 – 2007) è una delle autrici che con la sua varietà di opere ha arricchito la letteratura giapponese dal dopoguerra fino alla contemporaneità. L’inizio della sua lunga e prolifica carriera viene segnato dall’assegnazione del premio Akutagawa nel 1968 con il romanzo breve Sanbiki no kani (Tre granchi), ispirato dalla sua esperienza di vita all’estero in Alaska e dalla pubblicazione di altri romanzi di spessore come Katachi mo naku (Informe) e Naku tori no (Del pianto degli uccelli), vincitori rispettivamente del premio Tanizaki nel 1982 e del premio Noma nel 1986.
All’interno della produzione di Ōba Minako è stato possibile individuare alcuni racconti ispirati dalla tradizione dei monogatari e dei mukashibanashi (favole) giapponesi, in cui l’Autrice ha saputo sfruttare il corredo letterario giapponese, riuscendo a collegare a vicende storiche e personali anche alcuni topoi della fiaba tanto da creare dei veri e propri monogatari moderni.
Il presente progetto di tesi di laurea magistrale si concentra sull’analisi del romanzo Urashimasō (L’erba di Urashima) (1977), particolarmente apprezzato dalla critica per il modo in cui viene descritto l’impatto della bomba atomica su Hiroshima nel passaggio tra passato e presente, nonché ispirato alla leggenda di Urashima e al famoso personaggio del folklore giapponese Urashima Tarō.La ricerca si propone di perseguire due obiettivi, tra di essi interrelati:
a) l’analisi del romanzo Urashimasō come riscrittura moderna e contemporanea di un mukashibanashi e l’identificazione dei diversi topoi del genere all’interno del testo (la leggenda di Urashima, il prototipo della Yamamba, il prototipo della moglie-animale). La prima parte della ricerca indagherà lo stato dell’arte in tema di riscrittura della fiaba, attingendo altresì agli studi critici dell’opera.
b) la ricerca delle diverse rappresentazioni della donna come individuo “ai limiti” della società giapponese, attraverso i tre personaggi femminili principali del romanzo (Ryoko, Yukie, Natsuo) e le loro vite quotidiane segnate dalla tragedia di Hiroshima in una prospettiva rispettivamente rivolta al passato, presente e futuro. L’analisi critico-stilistica dell’opera verrà svolta da un lato confrontando il testo con gli studi letterari, culturali e di genere (Egusa 2001, Mizuta 2010, 2013, Niikuni Wilson 2015 e Yonaha 1983, 2017) e, dall’altro ponendo i caratteri dei tre personaggi femminili in relazione ai topoi precedentemente individuati, alle caratteristiche stilistiche della favola e alle differenti condizioni della donna rappresentate al suo interno.
La connessione tra i due piani di analisi (stilistico e critico) si propone in definitiva di verificare in che modo l’Autrice utilizzi la riscrittura dei mukashibanashi e la rappresentazione dei personaggi attraverso i prototipi del folklore giapponese come mezzo per raccontare la vita e la condizione delle donne dopo la tragedia di Hiroshima e in generale nel dopoguerra, nonché per rimarcare l’importanza dell’espressione del proprio io come frutto di un processo di ricerca dell’identità della donna nella società giapponese, fornendo una prospettiva originale riguardo a temi sensibili e di attualità come il genere e il confronto con l’altro in un contesto globale.