Abstract:
ABSTRACT
La presente tesi indaga le rappresentazioni e le esperienze degli effetti che l’emigrazione kosovara ha prodotto sulla popolazione rimasta in patria. Il lavoro d’indagine ha comportato una ricerca qualitativa che si è tradotta in 19 interviste in profondità, con uomini e donne, d’età compresa tra i 25 e gli 80 anni, residenti nel comune di Suhareke e che hanno vissuto in prima persona gli effetti della diaspora nazionale. Dallo svolgimento dello studio è ampiamente emerso che gli effetti della diaspora kosovara sono oramai ben radicati nel tessuto politico, sociologico ed economico del paese, che ancora oggi continua a pagarne le conseguenze. L’esito della ricerca metodologica ha evidenziato che l’esodo kosovaro deve essere considerato come un fenomeno ciclico, ben antecedente alla guerra e ricollegabile prevalentemente alla natura economicamente deficitaria della regione. Da un lato, infatti, è emerso che la diaspora, attraverso il flusso, più o meno costante, delle rimesse, ha contribuito a creare un vero e proprio mezzo di sostentamento indispensabile per quelle famiglie degli emigranti rimaste in Kosovo, le quali continuano ancora oggi a sostentarsi economicamente grazie al fenomeno migratorio. Dall’altro lato, però, si è rilevato che le rimesse hanno, altresì, concorso a creare un’economia nazionale alquanto precaria e fragile, oltre ad aver disgregato demograficamente la società dilaniando le famiglie. Queste conseguenze sono state colte in tutti gli intervistati, i quali hanno fatto emergere di aver vissuto la drammatica esperienza dell’emigrazione come una condizione volta alla ricerca di un lavoro stabile con uno stipendio sicuro per il mantenimento delle famiglie rimaste in Kosovo. Le domande sono state indirizzate per comprendere in quale maniera il fenomeno migratorio sia riuscito ad influire negativamente sui legami sociali e sulle strutture familiari, nonché a verificare se i migranti di I e II generazione siano riusciti a realizzarsi all’estero, se in loro sia ancora vivo, o meno, il desiderio di rientrare in Kosovo e se possano sussistere i presupposti per dar vita ad un nuovo aumento del fenomeno migratorio e, in ultimo, valutare in quale ammontare le rimesse hanno inciso nel processo di sostentamento delle famiglie e in quello di costruzione/ricostruzione del Paese. La situazione che ne è emersa non è apparsa affatto positiva, anche se durante la ricerca non sono mancati sprazzi di ottimismo. Al di là di ciò, sono stati rilevati sul territorio diversi fenomeni critici, che hanno toccato vari ambiti sociali, come quello della politica, della sanità, della scuola, del lavoro, della fuga dei giovani, soprattutto quelli più acculturati, dello spopolamento del territorio, dell’assenza d’investimenti territoriali, che si riflettono tutti sulla povertà dilagante, sulla perdita delle tradizioni, sulla cura degli anziani e sulla crescita emigratoria. La convergenza delle soluzioni proposte in questi ambiti sono state tutte rivolte al necessario cambiamento dell’attuale classe politica, che governa noncurante delle necessità del popolo kosovaro e alla doverosa creazione di un valido welfare sociale, che riesca ad arginare il fenomeno emigratorio e a ricompattare l’humus socio-culturale del paese.