Abstract:
“I avìt an bot” è il classico incipit con cui le persone delle Valli di Lanzo sono solite iniziare a raccontare le quintess, ovvero le storie di tutti quelle figure fantastiche che popolano l'immaginario collettivo, dagli alpeggi alle baite. Questo “c'era una volta” non definisce e non scandisce un tempo determinato, né tantomeno desidera operare una distinzione tra il reale e tutto ciò che risiede nell’immaginario. Il presente lavoro desidera presentarsi con l'intenzione di voler fornire un particolare contributo all'antropologia alpina e agli studi sugli esseri fantastici, ed esplicitare come ancora oggi, nei ricordi non solo dei più anziani, sopravvive la credenza in certe figure appartenenti alla sfera dell'immaginario popolare, e come queste entità vengano oggi reinterpretate dalla collettività e inserite, trasformate, in contesti del tutto nuovi.