Abstract:
Questo elaborato ha intenzione di indagare ad approfondire uno dei temi più dibattuti d’oggi: l’immigrazione, termine che designa il trasferimento temporaneo o permanente di singoli individui o gruppi di persone in un luogo diverso da quello di origine. Le migrazioni odierne si distinguono in più di un aspetto. Innanzitutto, è enormemente aumentata la mobilità. Il fenomeno è caratterizzato da motivazioni abbastanza intuibili: la situazione economica, alimentare, per sconvolgimenti ambientali, per scontri religiosi o politici, crescita demografica non accompagnata da crescita economia, scarso accesso sanitario, conflitti razziali ed etnici, colpi di stato militari, motivi personali di tipo sentimentale (riunificazione) e per istruzione. Facendo riferimento al pensiero del sociologo A. Sayad, che sottolinea come la migrazione sia un fenomeno a due facce: l’emigrazione e l’immigrazione, “Il migrante non è solo chi arriva in un contesto che gli è estraneo, ma prima di tutto chi ha compiuto una scelta di separazione e allontanamento da ciò che gli era familiare. Per questo il termine immigrato, oltre a essere eurocentrico, occulta una dimensione fondamentale del fenomeno, senza la quale la sua comprensione risulta inevitabilmente distorta (2002”). Parlare di immigrazione significa parlare anche e soprattutto di un processo di frattura, articolazione, adattamento e mutamento. È proprio per approfondire queste tematiche che si è deciso di dedicare la propria attenzione sul concetto di ricongiungimento familiare riportando in dettaglio le varie fasi di questo processo e illustrando il quadro legislativo europeo e quello italiano. L’immigrazione femminile è un fenomeno che coinvolge maggiormente alcuni paesi e ognuno di essi si caratterizza per la diversità della tipologia migratoria. Si è scelto di riportare gli aspetti di novità del processo di ricongiungimento delle donne, focalizzando l’attenzione principalmente sulla figura della donna sola, che costituisce la metà dei soggetti migranti, e il crescente bisogno, nelle società industrializzate, di lavoro nei servizi di assistenza domestica e familiare, la forte volontà di emancipazione e il susseguirsi degli avvenimenti dopo il ricongiungimento familiare. Come afferma Ambrosini M. “Le donne migranti sono sempre più riconosciute come ausilio prezioso per la tenuta degli equilibri fragili di tante famiglie italiane, ma poco sappiamo degli sforzi che compiono per prendersi cura delle loro famiglie, sottoposte allo stress della separazione e della distanza”. A seguire, nel terzo capitolo, si scandaglieranno i dati sulla popolazione immigrata femminile, concentrandosi maggiormente sui dati sulle donne al lavoro, quelle inattive e portato in luce alcuni aspetti legislativi salenti dell’ambito lavorativo. Nel quarto capitolo si è portata l’attenzione sui dati ricavati dalle diverse testimonianze di donne ricongiunte, evidenziando e discutendo le dinamiche famigliari. Nonostante le indispensabili funzioni che la donna ha sia all’interno che esterno del nucleo familiare, la sua permane nella maggior parte dei casi una posizione di invisibilità. La crescente femminilizzazione della popolazione straniera deve essere considerata come un aspetto di significativa importanza, almeno per certe provenienze nazionali e in riferimento soprattutto a regioni europee di forte industrializzazione. Per molte, si sviluppa attraverso l’adattamento forzato alle difficoltà legate all’immigrazione e con la prospettiva e il sogno di un ritorno in patria, restando fedele alla propria cultura. Per altre è vissuta come un modo per modificare la propria condizione sociale e culturale. L’elemento comune è dato dalla capacità di adattamento nei vari contesti in cui vivono, diventando le figure determinante nel processo di integrazione dell'intera famiglia.