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La globalizzazione ha innescato processi di integrazione internazionale che hanno messo le imprese di fronte alla grande sfida dell’internazionalizzazione, che sebbene assuma (in particolare per le PMI), un segno ambivalente di opportunità/minaccia è ormai divenuta una condizione di esistenza dell’azienda. Da una parte, infatti, il processo di internazionalizzazione permette all’impresa di disporre dell’opportunità di acquisire una configurazione internazionale crescendo in termini dimensionali ed economici, intensificando il volume degli affari e acquisendo maggiori competenze; dall’altra, tuttavia, la costringe ad affrontare la competizione dei concorrenti esteri, riducendo i fattori di protezione della sua area di origine, che non rappresenta più l’unico riferimento della propria evoluzione economica e competitiva.
Al dispiegarsi dei processi di globalizzazione, oggi si somma l’incertezza generata dalla pandemia di Covid-19 che ha portato a degli sconvolgimenti politici, sociali ed economici a livello mondiale, ponendo l’umanità di fronte ad una crisi globale, forse la più grande degli ultimi tempi.
L’incertezza generale ha ovviamente colpito anche gli scambi commerciali, forzando le aziende a sperimentare modalità di lavoro nuove. Molti imprenditori si sono trovati impreparati ad affrontare la crisi e in questo momento storico più che mai è emersa l’importanza di essere connessi e poter contare su competenze digitali. Sebbene il paradigma sia cambiato è importante in particolar modo per le PMI trasformare la crisi in opportunità e accelerare i cambiamenti necessari a migliorare l’accesso ai mercati esteri.
Il seguente elaborato si pone l’obiettivo di dimostrare come sia necessario per le PMI reinventarsi, percorrere nuove strade e cogliere nuove opportunità e come in questo il mercato cinese possa giocare un ruolo fondamentale. La Cina rappresenta il secondo Paese nel mondo per incidenza sul PIL globale, ed è proprio per questo che entrare nel mercato cinese è una necessità strategica per le imprese.
Tuttavia, avere successo in quello che è stato definito il mercato più promettente e più complesso del mondo, è tutt’altro che semplice: occorre avere padronanza di specifiche nozioni e la conoscenza dei contesti in cui applicarle (Ghizzoni, Ferraris, 2020).
Il presente lavoro di tesi, perciò, si inserisce nel contesto sopra delineato e mira all’analisi del processo di internazionalizzazione delle PMI italiane operanti nel settore agroalimentare sul mercato cinese, evidenziando come internazionalizzazione e Made in Italy possano essere un binomio vincente per rilanciare le PMI italiane a patto che si utilizzano strumenti e strategie adeguate.
Il primo capitolo fornirà una panoramica generale sulla realtà europea e italiana delle PMI e darà una definizione del concetto di internazionalizzazione, analizzando le principali teorie economiche proposte nel corso degli anni, e accennerà all’importanza che hanno assunto la digitalizzazione, l’e-commerce e i social network in questi anni.
Il secondo capitolo prevede un'analisi relativa alle opportunità e alle difficoltà riscontrate dalle PMI operanti nel settore agro-alimentare che decidono di internazionalizzarsi sul mercato cinese, focalizzando l'attenzione sul mercato della pasta.
L'elaborato si conclude con l'analisi di un caso aziendale, Rustichella D’Abruzzo, pastificio storico abruzzese, a conduzione famigliare che da diverso tempo punta al mercato cinese. In questo capitolo, si ripercorrerà la storia dell’azienda e le motivazioni che l’hanno spinta a intraprendere il percorso dell’internazionalizzazione e, in particolare, a voler puntare al mercato cinese. Dopo una breve analisi delle strategie fallimentari passate, analizzeremo i nuovi progetti e i nuovi strumenti con cui l’azienda punta a raggiungere in un futuro prossimo il suo obiettivo. |
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