Abstract:
L’elaborato descrive i mutamenti sostanziali nel rapporto tra la Cina repubblicana e la Gran Bretagna a seguito dell’incidente del 30 Maggio 1925 a Shanghai, dove la polizia locale comandata da ufficiali inglesi è responsabile dell’esecuzione di una decina di dimostranti cinesi nel corso di manifestazioni contro l’imperialismo.
La trasformazione da colonia informale a partner commerciale e interlocutore politico e strategico comporta l’erosione di pratiche consolidate nel secolo precedente, dal Trattato di Nanchino in poi. Al centro di questa trasformazione si pone il conflitto tra il Consiglio Municipale di Shanghai (CMS), il governo locale straniero a Shanghai, e il Foreign Office, rappresentante della Corona.
Nella seconda metà del XIX secolo e durante i primi decenni del Novecento gli stanziamenti britannici in territorio cinese sono costituiti per lo più da comunità di cittadini residenti in Cina come personale tecnico e amministrativo di supporto al consolato e alle grandi compagnie commerciali straniere. A differenza, per esempio, dell’India, una colonia a tutti gli effetti, l’imperialismo britannico in Cina (con l’eccezione di Hong Kong) si limita alla creazione di strutture e istituzioni formali e informali che offrano supporto allo sviluppo commerciale: la diplomazia e il parlamento nel complesso sono relativamente assenti dall’ amministrazione straniera locale. In questo contesto, i residenti britannici in Cina e in particolare a Shanghai hanno costituito una comunità che non è soggetta al controllo cinese e al tempo stesso si trova in conflitto con la madrepatria.
Il 30 Maggio 1925 costituisce uno spartiacque nel senso che alla luce di questa tragedia il governo del Regno Unito, per mano del Foreign Office, si attiva definitivamente per porre fine a questo stato di semi-anarchia nel suo avamposto più importante e inizia a voltare le spalle alla comunità di residenti di Shanghai nel contesto di una strategia politica che crei le basi per un avvicinamento al Guomindang di Chiang Kai-shek.