Abstract:
Il lavoro si propone di mettere in evidenza la capacità fondativa dell’élenchos, mostrando la possibilità di una fondazione che oltrepassi i vicoli ciechi del trilemma di Fries. A tal fine, la prima parte della tesi s’incentra su alcune formulazioni del trilemma di fondazione (Aristotele, Fries, Popper e Albert), riconducendole a quella – fondamentale – fornita da Aristotele negli Analitici, e discutendo le eventuali implicazioni di un sapere che, riconoscendo l’inevadibilità del trilemma, si ponga come totalmente ipotetico e falsificabile. Attraverso questa analisi ci si propone, infine, di far emergere una concezione della dimostrazione che, se assunta come unico paradigma della stessa, rende il trilemma effettivamente insuperabile; quella, cioè, della dimostrazione come derivazione da altro, come apodissi. La seconda parte della tesi si occupa di analizzare la figura dell’élenchos, sia nella sua versione aristotelica, sia attraverso il contributo di due pensatori contemporanei, Gustavo Bontadini ed Emanuele Severino. Con questa analisi si intende mostrare la possibilità di oltrepassare il trilemma di fondazione attraverso un procedimento – quello elenctico – in grado di coniugare le esigenze dell’epistemicità con la primalità di una “dimostrazione anapodittica”, una dimostrazione, cioè, che non può assumere alcun presupposto.