Abstract:
Il presente lavoro analizza l’attribuzione di determinati stereotipi agli est asiatici in Italia e la ‘normalizzazione’ di essi attraverso ‘caricature’ ironiche e battute comiche. Si nota che i principali media del Paese mandino ancora in programma sketch che usano stereotipi razziali per ridere dell’altro ‘asiatico’. Un esempio è la puntata di striscia la notizia del 12 Aprile 2020, in cui Gerry Scotti e Michelle Hunzicker hanno imitato gli ‘occhi a mandorla’ e usato la ‘L’ al posto della ‘R’ per ironizzare i cinesi. Queste rappresentazioni sono un fenomeno che evidenziano l’esistenza dell’asimmetria di potere tra un ‘io bianco’ e l’‘altro giallo, dell’ ‘occidente’, del dominio dell’ italianicità. Spesso tali discriminazioni passano inosservate grazie all’ambiguità del messaggio comico , che dà la possibilità al burlone di giustificare il proprio intento facendolo apparire come ‘uno scherzo’. Tale studio vuole comprendere come l’umorismo grazie alla retorica del suo messaggio possa aiutare a discriminare l’ ‘altro’ in modo allusivo, diventando una piattaforma strategica per la società dominante di affermare la propria superiorità. Per tale scopo si vuole comprendere l’origine degli stereotipi sugli est asiatici nel contesto italiano e il motivo per la quale tutt’ora vengono usati dai principali media del Paese. L’umorismo può essere un’arma per diffondere ulteriormente idee razziste o per denunciarle? Cosa hanno subito prime e le seconde generazioni di est asiatici in Italia?