Abstract:
La presente tesi opera un’analisi sull’attività promossa dall’associazione di promozione sociale WWOOF Italia, in particolare su come questa esperienza possa essere vista e vissuta da chi la pratica, i WWOOFer, come una forma di turismo.
Dopo una prima revisione della letteratura accademica sul tema, si prosegue con un approfondimento sul Back-to-the land movement, la figura degli Amenity migrants e sul turismo nelle aree rurali, in particolare su come questo possa subire delle forme di mercificazione, trovando così un paragone con situazioni di commodified WWOOFing.
Ai fini della ricerca, è stata realizzata una ricerca empirica che ha visto la somministrazione di un questionario online rivolto ai WWOOFer che hanno vissuto un’esperienza di WWOOFing nelle regioni del Centro Italia, in particolare in Toscana, Marche, Umbria e Lazio. Si è adottato, quindi, un discrimine territoriale, poiché si è ritenuto che un’analisi nazionale sarebbe risultata complicata.
A integrare e completare l’indagine e i questionari online, si aggiungono delle interviste semi-strutturate sostenute sia con il fondatore di WWOOF Italia, Claudio Pozzi, sia con altri WWOOFer che hanno dato la loro disponibilità ad essere ricontattati in seguito al questionario.
A concludere il quadro delineato, oltre a colloqui informali con membri di WWOOF Italia, utili per comprendere più profondamente il movimento, viene riportata la descrizione di un’esperienza di WWOOFing della candidata presso un host collocato nella regione Umbria, accompagnata e arricchita dalle osservazioni raccolte durante un’ultima intervista.