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Con questo titolo si intende trattare gli aspetti drammatici di cui l’età contemporanea ne rappresenta l’apice, il tracollo e la svolta attraverso uno sguardo nell’arte e in tutte le sue tecniche oggi applicate, dalla pittura alla scultura, dalle immagini fotografiche ai video-documentari, dalle rappresentazioni in 3D all’utilizzo di intelligenze artificiali, quali i cyborg. Un elaborato il cui fine è quello di rappresentare un atto di sopravvivenza, di combattimento, di esplorazione e di speranza da parte degli artisti contemporanei per una società che permetta loro di esprimersi liberamente, ma a cui il proprio lavoro poca importanza viene ancora attribuita. Si intende discutere, inoltre, dei maggiori esponenti di questa era geologica, da P. J. Crutzen, E. Stroemer, D. Haraway, B. Latour, M. Serres, T.J. Demos, T. Morton a curatori, galleristi, singole esposizioni e grandi mostre, tra cui le Biennali, che ne hanno creato, mutato e ampliato il significato primordiale.
L'intento finale non vuole essere quello di chiedere, ancora una volta, una maggiore attenzione e cura verso il pianeta Terra, fortemente messo alla prova dall’eccessivo sfruttamento del suolo sottostante e dai bisogni sempre più superflui dell’essere umano, ma dimostrare come il ruolo degli artisti e di chi lavora nel mondo dell’arte e della cultura sia un contributo essenzialmente vantaggioso per la società. Sono, infatti, spesso gli artisti coloro i quali riportano risposte soddisfacenti ed esaustive su questioni a cui politici, antropologi, sociologi, biologi, geologi, fisici e ingegneri non riescono a trovare una soluzione. È l’arte, la creatività, la libertà a rendere le menti degli artisti un grande pozzo a cui attingere con rimedi convenienti per una collettività che sempre più ha bisogno di trovare una veloce risoluzione a un mondo che cambia troppo in fretta. |
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