Abstract:
L’elaborato propone un’analisi sull’attivismo curatoriale, sulle pratiche e strumenti impiegati in esso. L’attivismo curatoriale non può essere esplicato attraverso un’esatta definizione, ma grazie all'osservazione dei movimenti attivisti più importanti, dei temi discriminatori che ne emergono, è possibile fornire un’idea di quello che si intende con “l’essere un/una attivista in ambito curatoriale”, fornendo la sensibilizzazione verso le questioni discriminatorie all’interno delle istituzioni museali o in un qualsiasi spazio culturale. Vengono indagate le problematiche che ruotano attorno alla questione di genere e di come il curatore e il museo stesso possano lavorare affinché si costruisca un’esposizione inclusiva di tutti, attraverso le nuove tecnologie e una riscrittura del classico canone artistico presentato da una storia dell’arte tradizionalista. Nel secondo capitolo, vengono poi proposte delle figure teoriche che sono state in grado di ispirare alcune delle più importanti esposizioni sulla questione di genere con orientamento verso il caso femminista. L’analisi delle mostre è essenziale per comprendere quanto la parità di genere sia stata fino a qualche decennio fa del tutto ignorata. L’arte operata dalle donne è stata sempre considerata una forma di espressione meno degna di essere esposta rispetto a quella proposta da uomini. Con la realizzazione di queste emblematiche mostre, si cerca non solo di riconoscere alle donne il loro merito e mostrare un repertorio inesplorato, ma si vuole anche sottolineare tutta la sofferenza e le discriminazioni di cui sono state vittime queste artiste. Nel terzo capitolo vengono proposte le interviste di 4/5 curatori che hanno realizzato mostre volte alla sensibilizzazione verso la parità di genere e la discriminazione nei confronti delle donne, con dettagli sulle tecniche impiegate per garantire l’inclusione durante l’esposizione. Da queste interviste emergerà un responso rispetto alla domanda di ricerca, che intende indagare se esistano delle pratiche, tecniche e strumenti curatoriali che possano comporre delle linee guide e che possano quindi essere riutilizzate ogni qual volta si vogliano realizzare delle esposizioni che abbiano uno sfondo antidiscriminatorio, per sensibilizzare il visitatore e ragionare su temi di inclusività in modo consapevole.