Abstract:
La presente ricerca di tesi si pone come obiettivo quello di mettere in atto una riflessione in merito a quelle identità definite “diasporiche” all’interno del panorama artistico contemporaneo: tali identità, seppur in qualche modo connesse al contesto cinese, tuttavia da un punto di vista tanto identitario quanto artistico, non possono essere ricondotte interamente ad esso né alla dimensione della nazione di arrivo. Pertanto, la prima parte della ricerca s’incentra su una ricapitolazione dei movimenti migratori da e verso la Cina a partire dall’inizio del Novecento, funzionale ad una riflessione sul concetto di cinesità e ad una sua conseguente messa in discussione che, partendo dall’analisi del semplice elemento linguistico Zhongguo xing 中国性, mira alla decostruzione del suo carattere monolitico per proseguire verso una sua totale demolizione. Momento sintetico di questo processo dialettico è l’approdo all’analisi della teoria del Terzo Spazio, germinata dalla mente dal pensatore del postcolonialismo Homi K. Bhabha. Testo di riferimento che accompagna l’intera dissertazione è I luoghi della cultura in cui è messa in luce la forza creativa e creatrice di queste identità che, nell’ibridità, attuano una decostruzione del tradizionale concetto di “nazione” (DissemiNazione), aprendo alla possibilità di un’azione al di fuori della frase, nello spazio liminale dell’inter-medio. Si approda infine alla dissertazione artistica, la quale prevede due fasi: la prima caratterizzata dall’analisi del panorama artistico contemporaneo cinese, con particolare riguardo per quegli artisti che, a partire dagli anni ’80 si sono recati, e hanno agito, al di fuori della RPC. La seconda prevede infine l’osservazione di alcuni casi di giovani artisti di origine cinese nati, o cresciuti, all’interno del contesto italiano, che sono al contempo incarnanti e creatori del Terzo Spazio bhabhiano.