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Negli ultimi anni il problema ambientale è emerso con sempre maggior forza e incombenza: si è sentita l’esigenza, sia per le aziende private che per le istituzioni pubbliche, di rendicontare le proprie attività non solo dal punto di vista economico, ma anche da punto di vista sociale e ambientale; si è ravvisata la necessità di produrre un report che sintetizzi le tre prospettive contemporaneamente e con pari dignità.L’approccio multidimensionale alla base del report di sostenibilità è definito Triple Bottom-line (TBL) o “modello delle 3P” (profit, people and planet): la TBL aggiunge alla bottom –line economica anche la variabile ambientale e sociale quali dimensioni critiche da monitorare, tenendo anche conto di eventuali esternalità, che possono essere valutate tramite KPIs (key performance indicators).In Italia, diversamente dalla Francia, tale report non è obbligatorio per legge, ma è facoltativo e libero sia nei contenuti che nella periodicità. Affinchè questo non porti alla redazione di documenti puramente qualitativi e privi di attendibilità, sia la Comunità Europea che altri organismi, quali il GRI e il United Nations Global Compact, hanno redatto delle linee guida per la redazione dei report e per la scelta, il monitoraggio e la valutazione delle diverse variabili.Peculiarità del report di sostenibilità rispetto alla reportistica economica standard è l’approccio multi-stakholder, in quanto l’elemento caratterizzante del report è la maggiore apertura ai bisogni e alle aspettative dei diversi stakeholder - e non solo agli shareholders - sia interni che esterni, dando ad essi uguale rilevanza.La mappatura degli stakeholder è particolarmente rilevante e complessa nel caso delle università in quanto tali organizzazioni devono tenere conto di stakholder numerosi ed eterogenei: essa consiste nell’analisi di tutti i soggetti che si rapportano con l’università, evidenziando le necessità sia dei soggetti interni, quali studenti, personale docente e tecnico amministrativo, sia dei soggetti esterni, quali, ad es., fornitori, università con cui sono attive collaborazioni, comunità circostante e istituzioni. Essendo un report di sostenibilità, sia l’ambiente che la comunità cui l’università fa riferimento sono considerati come veri e propri stakeholder esterni.L’università Ca’Foscari è stata la prima università italiana ad aver sviluppato il report di sostenibilità. Per la mappatura degli stakeholder si è proceduto all’analisi di tutte le azioni svolte da Ca’Foscari, evidenziando quali sono i soggetti coinvolti, sia direttamente che indirettamente, e a quali bisogni tali azioni rispondono. Partendo dall’analisi dell’offerta formativa, sono state prese in considerazione tutte le azioni intraprese da Ca’Foscari, sia quelle esplicitamente rivolte alla tutela dell’ambiente, quali il progetto Ra.di.ca per la raccolta differenziata e il progetto pilota di Carbon Management, sia quelle apparentemente slegate da problematiche sociali e ambientali, quali i rapporti con i fornitori, le collaborazioni con il tessuto industriale circostante e le altre università italiane e straniere. Obiettivo di tale analisi è esplicitare lo stato di fatto come base per le azioni future, mettendo in luce sia gli ambiti in cui Ca’Foscari ha saputo eccellere sia quelli a cui è necessario prestare maggiore attenzione. Per raggiungere lo scopo sono stati utilizzati parzialmente sia le linee guida del progetto CAF sia gli standard GRI e Global Compact come riferimento nella scelta delle variabili da monitorare e nella loro valutazione. |
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