Abstract:
Il 24 febbraio 2022 la Russia invade l’Ucraina dando inizio a quella che è stata definita la più grande crisi umanitaria sul suolo europeo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Per far fronte all’ingente flusso di persone in fuga in arrivo nei paesi europei (nei primi mesi si contavano già 7 milioni di sfollati), il 4 marzo 2022 l’Unione Europea decide di implementare per la prima volta la Direttiva 2001/55/CE, attivando in questo modo lo strumento della Protezione Temporanea. L’obiettivo principale della tesi è studiare ed analizzare in che modo tale Direttiva europea sia stata applicata in Italia e come il nostro sistema di accoglienza sia stato riorganizzato di conseguenza. Da un lato, infatti, vi è sta-to un ampliamento dei posti disponibili nei sistemi CAS e SAI ed è stato attivato un sistema di contributo una tantum ai richiedenti di protezione temporanea; dall’altro lato il Dipartimento della Protezione Civile è stato incaricato di occuparsi dell’emergenza ucraina, creando di fatto quella che da molti è stata definita “la terza gamba” del sistema di accoglienza. La ricerca si sofferma in particolare sul bando promosso dalla Protezione Civile, che prefigurava una inedita co-progettazione tra Protezione Civile stessa e Terzo Settore, dando spazio a nuove forme di accoglienza diffusa, come l’accoglienza in fami-glia. Il bando voleva rispondere in maniera innovativa, efficiente e rapida all’ingente flusso di profughi arrivati in Italia nei primi mesi dall’inizio della guerra in Ucraina, ma purtroppo è rimasto intrappolato nella burocrazia italiana.
Nonostante le critiche sollevate, la Direttiva europea segna una svolta nelle politiche europee di asilo. Allo stesso modo, attraverso le difficoltà di attivazione e di implementa-zione, il bando della Protezione Civile comporta un cambio di passo nel sistema di accoglienza in Italia, il quale però non tutti forse sono pronti ad accettare.