Abstract:
L’integrazione dei mercati, l’innovazione tecnologica, il continuo mutamento del contesto competitivo hanno modificato le modalità di gestione aziendale. I mercati comportano la concorrenza di imprese che richiedono di essere presenti nelle diverse aree geografiche per poter utilizzare al meglio le caratteristiche locali e migliorare il proprio vantaggio competitivo. La nuova modalità di gestione richiede quindi alle imprese di essere flessibili e di individuare i migliori investimenti nel processo di internazionalizzazione che non potranno più riguardare solamente la presenza commerciale nelle diverse aree, ma richiederà un approccio globale dell’azienda ai mercati internazionali. Le attività che vengono internazionalizzate riguarderanno la ricerca di nuovi mercati di sbocco, di nuove fonti di finanziamento, oltre che di nuove fonti di approvvigionamento, tramite logiche di outsourcing e le localizzazioni delle unità produttive all’estero. Accanto ai benefici in termini di crescita e sviluppo in alcune aree e per molti settori economici, l’internazionalizzazione dei modelli produttivi ha contribuito a determinare mutamenti nella geografia economica internazionale, nell'organizzazione delle catene del valore, nella allocazione dei capitali e nella distribuzione del lavoro a livello mondiale (sia in termini quantitativi che qualitativi). La riorganizzazione internazionale della produzione sposta il valore aggiunto dalle attività operative, quelle strettamente manifatturiere, alle funzioni immateriali, quelle a monte della catena produttiva. Le competenze professionali relative alle risorse umane impiegate cambiano: upgrading delle funzioni svolte, che dovrebbe portare a maggiori redditi da lavoro, e quindi consentire al paese di origine di catturare una quota maggiore di ricchezza.