Abstract:
Nella gestione della vita pubblica e soprattutto nell’esercizio del potere da parte dell’élite, il linguaggio verbale ha da sempre un ruolo chiave. In Cina, in particolare, secondo la tradizione che fa riferimento agli insegnamenti di Confucio (551 - 479 a.C.), le parole, e con esse l’attenzione rivolta al loro corretto utilizzo, hanno sempre rivestito un ruolo fondamentale come strumento per plasmare la realtà: parlare corrisponde ad agire, sia nella dimensione sociale che in quella politica. Il discorso politico cinese contemporaneo è piena espressione di questa visione.
Il presente studio si propone di svolgere un’analisi comparativa di due discorsi, pronunciati rispettivamente da Hu Jintao (il quale ha ricoperto le cariche di presidente della Repubblica Popolare Cinese, segretario generale del PCC e presidente della Commissione Militare Centrale, dal 2002 al 2012) e dal suo successore Xi Jinping, salito ai vertici nel 2012 e tutt’ora presidente della Repubblica Popolare Cinese, segretario generale del PCC e presidente della Commissione Militare Centrale. L’obiettivo è quello di rintracciare l’evoluzione del discorso politico cinese durante le ultime due generazioni di leader.
Dopo un excursus circa le caratteristiche e tendenze del discorso politico cinese a partire dall’epoca maoista sino ad oggi e sull’importanza delle implicazioni sociali che esso determina, ci si soffermerà brevemente sullo stile retorico adottato dall’attuale leader cinese Xi Jinping, che è stato al centro dell’attenzione dei media ufficiali cinesi. A seguire, l’attenzione verrà posta su alcuni aspetti formali della lingua propri del discorso politico cinese e verranno esaminate le metafore e i verbi modali nelle prolusioni di cui sopra. Tale analisi permetterà di fare luce sulle analogie e differenze riscontrate da una dirigenza all’altra e di elaborare alcune considerazioni sull’evoluzione del discorso politico cinese contemporaneo.