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Al giorno d’oggi sono sempre più le imprese e gli imprenditori individuali che stanno vivendo una situazione di crisi, od addirittura, uno stato di insolvenza irreversibile che li condurrà inevitabilmente alla liquidazione giudiziale.
Dinnanzi ad un’evidente condizione di difficoltà nella gestione della dinamica dei flussi di cassa e ad una carenza di liquidità, sempre più spesso gli imprenditori non provvedono a regolarizzare prontamente ed interamente la propria esposizione debitoria verso il Fisco. In molti casi, infatti, le imprese in crisi preferiscono saldare i debiti nei confronti dei propri partner commerciali, nel rispetto degli accordi pattuiti, e dei propri dipendenti, nell’ottica di conservare i loro posti di lavoro e di salvaguardare l’integrità della propria azienda. Così facendo però accumulano un ingente debito nei confronti dell’Erario che, con il passare del tempo, può risultare insostenibile.
Pertanto, in Italia le imprese significativamente esposte verso il Fisco al fine di scongiurare il rischio di essere sottoposte ad una procedura concorsuale di tipo liquidativo, nell’ipotesi in cui sia stata accertata una condizioni di crisi o di insolvenza, possono avvalersi degli strumenti previsti dal Codice della Crisi che consentono di proporre il pagamento, parziale o anche dilazionato, dei tributi e dei relativi accessori patrimoniali amministrati dalle agenzie fiscali, nonché dei contributi gestiti dagli enti previdenziali ed assistenziali. In particolare, occorre fare riferimento all’istituto della transazione fiscale, o meglio del “Trattamento dei crediti tributari e contributivi” di cui agli artt. 63 e 88 c.c.i.i., grazie ai quali è possibile inserire negli accordi di ristrutturazione dei debiti e nel concordato preventivo una proposta di pagamento dilazionato, o anche falcidiato, dei tributi e dei contributi all’Amministrazione Finanziaria.
L’intento del presente elaborato è quello di fornire una dettagliata disamina dell’evoluzione storica e normativa dell’istituto, a partire dalla transazione dei ruoli di cui all’art. 3 co. 3 Decreto Legge 8 Luglio 2002, n. 138, fino alle novità introdotte dal nuovo Codice della Crisi d’impresa e dell’Insolvenza, integrato dalle disposizioni del Decreto Legislativo 17 Giugno 2022, n. 83, in attuazione della Direttiva (UE) 2019/1023 del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 Giugno 2019.
In seguito ad un primo inquadramento dell’istituto, si provvederà ad analizzare la ratio sottostante e la sua natura, anche in considerazione di un possibile contrasto con il principio di indisponibilità della pretesa tributaria, nonché il suo ambito di applicazione soggettivo ed oggettivo. Con riferimento a quest’ultimo aspetto, ci si soffermerà ad analizzare le problematiche legate al tema dell’(in)falcidiabilità dell’IVA.
Nel terzo capitolo, invece, verrà approfondita la disciplina della proposta di transazione avanzata con il piano concordatario e nell’ambito delle trattative che precedono la stipulazione degli accordi di ristrutturazione dei debiti. In merito, verrà esposto dettagliatamente l’iter procedimentale necessario al perfezionamento della proposta formulata dal debitore all’Erario. Nel dettaglio, si procederà ad esaminare: la normativa relativa al trattamento da riservare ai crediti tributari e previdenziali, siano essi di natura privilegiata, ovvero chirografaria, ed il ruolo del professionista attestatore; gli adempimenti imposti al contribuente ed alle Agenzie Fiscali per la conclusione dell’accordo “transattivo”; nonché il procedimento di omologazione del concordato e degli accordi, con particolare riguardo anche al cosiddetto Cram Down Fiscale, introdotto dal Decreto Legge 7 Ottobre 2020, n. 125, convertito con modificazioni dalla Legge 27 novembre 2020, n. 159. |
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