Abstract:
Questa tesi si pone due obiettivi: da una parte, si intende mostrare la realtà virtuale come un medium di estrema efficacia in rapporto alla ricerca artistica sulla percezione del sé e la sua relazione all'alterità; dall'altra si intende rivalutare il potenziale dell'empatia nell'esperienza estetica, legandolo non esclusivamente ad un sapere di stampo neuroscientifico ma ad un sapere transdisciplinare che include l'etica del care come base fondamentale per ricostruire una rete di relazioni interspecifiche e complesse. La scelta di indagare la relazione all'altro tramite la realtà virtuale è sostenuta dalle possibilità di pratiche di perspective-taking nelle simulazioni in prima persona e dal relativo embodiment in corpi virtuali, il quale apre le porte ad una nuova concezione di "corporeità" legata alla filosofia neo-materialista. La tesi approfondisce la relazione sé-altro attraverso la considerazione di due tipologie di alterità non-umane: l'altro-animale e l'altro-macchina. Tramite l'analisi delle installazioni di realtà virtuale scelte come casi di studio -- legate ai temi della body agency, all’intra-action in un’ottica interspecifica e all'embodied cognition -- queste relazioni sono analizzate nell'ottica dello sviluppo di una potenziale empatia post-antropocentrica.