Abstract:
Questa tesi indagherà il caso di studio dell'industria "Taiwan Semiconductor Manufacturing Company- TSMC", il principale produttore dei semiconduttori più richiesti al mondo, analizzando il ruolo di questa produzione industriale high-tech nelle strategie di politica estera adottate dalla Repubblica di Cina.
Il primo obiettivo di questa tesi compilativa è quello di analizzare il ruolo della TSMC come attore politico, e di riportare come essa intraprenda azioni diplomatiche, soprattutto in assenza di canali ufficiali diplomatici istituzionali taiwanesi. Il secondo è quello di analizzare l'uso della produzione di semiconduttori da parte del governo taiwanese come strumento per esercitare il proprio power verso gli altri Stati.
La ricerca inizierà con una revisione della letteratura esistente sulle Piccole Potenze, che può essere suddivisa nelle principali scuole di pensiero: realismo, costruttivismo e neomarxismo con la teoria della dipendenza. L'approccio che si è rivelato più adatto per l'analisi dello Stato de facto di Taiwan identificata come Piccola Potenza, e per lo scopo finale di questa tesi è quello costruttivista.
Una breve panoramica storica dello status politico di Taiwan, a partire dalla sua perdita del seggio all'ONU nel 1971, che da allora è occupato dalla Repubblica Popolare Cinese, evento che ha generato una conseguente degradazione del ruolo di Taiwan sulla scena politica mondiale a favore della politica di un "Unica-Cina", si rivelerà necessaria per una migliore comprensione della situazione attuale della politica estera di Taiwan, più propensa ad adottare opzioni strategiche di hedging rispetto a quelle di balancing o di bandwagoning.
Il dilemma dell’essere "piccoli" tra le Grandi Potenze e il rischio di venire schiacciati dalla competizione politica tra Stati Uniti e Cina, sono stati superati da Taiwan grazie all'uso intelligente della sua esportazione di semiconduttori.