Abstract:
L’emergere di una produzione scritta a sostegno del discorso anticristiano (haiyaron) in Giappone sembra coincidere con due fasi di cruciale cambiamento nella storia del Paese. Da una parte, una prima ondata segnò gli anni successivi alla messa al bando “ufficiale” del cristianesimo nel 1614, voluta per ordine di Tokugawa Hidetada. Dall’altra, un secondo boom anticristiano prese piede con il graduale declino del potere shogunale durante il bakumatsu (1853-1868) per poi attraversare la modernizzazione Meiji. L’elaborato esplorerà la produzione risalente alla prima di queste due fasi, nello specifico ai primi sei decenni del XVII secolo. Dopo aver inquadrato il contesto storico relativo al cosiddetto “secolo cristiano” (1549-1639), nel quale si assiste alla diffusione e alla soppressione istituzionalizzata della fede cattolica importata dai missionari europei, dapprima verrà approfondita la pubblicazione di alcuni racconti popolari anticristiani a partire da due titoli emblematici del filone d’intrattenimento: il Baterenki (Cronache sui bateren, 1610) e il Kirishitan monogatari (Racconto sui kirishitan, 1639). In seguito, si svolgerà l'analisi di tre opere a loro volta selezionate in quanto rappresentative della più “sofisticata” trattatistica di confutazione dottrinale: lo Ha daiusu (Contro Deus, 1620) di Fukansai Habian, lo Ha kirishitan (Contro i kirishitan, 1662) di Suzuki Shōsan e il Taiji jashūron (Confutazione della dottrina malvagia, 1668) di Sessō Sōsai. Tra i quesiti di ricerca che stanno alla base del presente lavoro di tesi, ci si è chiesti: quali sono le tematiche ricorrenti e quali gli elementi comparativi che spingono a individuare una continuità discorsiva in opere di letteratura anticristiana anche di diversa natura? In che modo e con quali finalità veniva reinterpretata ed esposta la dottrina cattolica nei trattati anticristiani di confutazione dottrinale? Perché si può parlare del discorso anticristiano come di un strumento di controllo che, solo in apparenza “religioso”, in realtà venne ideato a partire da interessi politici e di coesione sociale piuttosto che da questioni puramente spirituali? L'obiettivo finale è infatti quello di gettare luce sulla centralità, forse ancora poco evidente, della letteratura anticristiana di inizio epoca Tokugawa nella creazione di costrutti ideologici identitari dai tratti proto-moderni.