Abstract:
Nella mia tesi indago l’immagine delle artiste italiane attive nel Cinquecento e nel Seicento. Partendo da un quadro generale dello status e dell’istruzione della donna nell’Italia del Rinascimento, analizzo le fonti tra il Cinquecento e il Settecento che citano le artiste, con l’intento di mettere in luce i topoi che sono nati dalla letteratura artistica e che hanno portato allo sviluppo ad una visione romantica delle artiste nell’Ottocento e ai primi tentativi di storicizzazione della donna nell’arte. In seguito, prendo in esame il saggio di Linda Nochlin Why Have There Been No Great Women Artists? del 1971 e la prima mostra internazionale dedicata alle artiste Women Artists 1550-1950 del 1976, per comprendere l’impatto che hanno avuto sul mondo dell’arte e sulla lotta femminista. Successivamente, pongo l’attenzione sulla situazione italiana, che si discosta da quella statunitense, con un approfondimento sull’arte in rapporto col femminismo degli anni Settanta, della prima mostra italiana sulle artiste curata da Lea Vergine nel 1980 L’altra metà dell’avanguardia 1910-1940 e il dibattito che si apre intorno ad essa. Le conseguenze causano un ritardo negli studi di genere nel campo delle arti e della storia dell’arte e soltanto agli inizi degli anni Novanta si svolge la prima mostra monografica dedicata da un’artista, Artemisia Gentileschi. Dall’analisi della mostra di Artemisia (1991), quella di Sofonisba Anguissola e Lavinia Fontana (1994) analizzo le conseguenze nel mondo della ricerca, arrivando agli inizi del XX secolo con la mostra di Elisabetta Sirani (2004) e la mitizzazione di Artemisia. Concludo il mio lavoro con una visione della situazione odierna sulle sempre più numero mostre dedicate alle artiste o alle donne nell’arte.