Abstract:
Questo elaborato si propone di indagare la situazione delle lavoratrici domestiche straniere in Corea del Sud. Iniziando con una costruzione storica dell'immigrazione coreana, a partire dal XX secolo, fino al fenomeno della "migrazione etnica per lavoro" dei Chosŏnjok.
Proseguendo con la migrazione delle donne Chosŏnjok, che nei primi tempi era una migrazione finalizzata al matrimonio con un uomo coreano; fino all'analisi dell'aspetto di genere della migrazione lavorativa, dove la maggior parte delle donne è impiegata nel settore del lavoro domestico. Un settore soggetto a molti rischi in quanto non protetto da leggi statali. Si analizzerà come questo fenomeno si caratterizza in Corea, esaminando le politiche migratorie dello Stato coreano. Soffermandosi sulle misure che regolano la migrazione di manodopera, a partire dalla guerra di Corea del 1953, dove lo Stato ignora il lavoro di assistenza domestica svolto nel settore privato delle case, giustificando tale negligenza con il fatto che essendo un lavoro svolto all'interno delle case è difficile tenerlo sotto controllo.
Il lavoro domestico è ancora culturalmente considerato un compito femminile che è stato poi aggiunto al lavoro retribuito, in seguito all'industrializzazione del Paese e all'ingresso delle donne nella forza lavoro. La ragione culturale potrebbe essere una spiegazione alla debole risposta che il governo coreano ha dato alla questione dei diritti delle lavoratrici nel settore dell'assistenza domestica.