Abstract:
Il presente lavoro vuole ricostruire uno spazio nella riflessione politica contemporanea a partire da tre questioni fondamentali, affrontate rispettivamente nei seguenti tre capitoli.
Attraverso la discussione di alcune tesi filosofiche e sociologiche, nel primo capitolo è analizzato il problema del rapporto con il dolore, per comprendere come esso venga affrontato oppure evitato nella società contemporanea. Si vuole individuare un'alternativa al presente in una genealogia che ricostruisca il significato delle tragedie greche (in particolare quelle attiche di Eschilo e Sofocle) attraverso il recupero della categoria di tragico e il critico confronto con Peter Szondi, Aristotele e Nietzsche. Si propone, dunque, un’interpretazione del senso del tragico e un’ontologia del tragico con l’obiettivo di mostrare una possibile immagine di felicità – alternativa a quella di “semplice” assenza di dolore – di fronte ai limiti dell'esperienza della sofferenza nella società contemporanea, individuando le principali dinamiche sociali che condizionano possibili forme dell'identità individuale e collettiva.
Nel secondo capitolo, la proposta di felicità alternativa è analizzata attraverso lo sguardo di (e il confronto con) Nietzsche, con attenzione particolare al concetto di "eterno ritorno" e alla postura attiva che caratterizza l’affermazione nietzschena nei confronti della vita, con l’obiettivo di produrre, accanto alla riflessione “teoretica”, alcune indagine anche dal punto di vista estetico (in particolare concentrandosi sulla proposta di una “ragione estetica” di Annamaria Lossi e sull’interpretazione dello Zarathustra da parte di Claus Zittel). Attraverso il confronto con Spinoza e il suo "conatus", è, infine, recuperata l’idea di felicità e di possibilità etica, problematizzando la questione del nichilismo nietzscheano e interrogandosi sulla necessità di una praxis etica.
Nel terzo capitolo, si muove a partire dagli influssi nietzscheani nella riflessione politica di Foucault per concentrarsi in particolare su quella che si propone come sua “terza fase nietzscheana”, e, nello specifico, nel produzione foucaultiana tra il 1976 e il 1984. Messa in luce al sua l’anti-normatività e il nesso fondamentale tra potere e sapere nella sua proposta, si riflette sulla possibilità di un “nietzscheanesimo” in politica, ponendo l’attenzione sulla questione della tecnica in riferimento al dolore (impatto della tecnica e dell'apparato tecnologico come "mezzo" per affrontare e superare la sofferenza e il dolore) e sul concetto di sviluppo (e di fallibilità tecnico-scientifica) nella società contemporanea.
Questi tre macrotemi convergono nella conclusione, nella quale è analizzata la possibilità di un tentativo di risposta politico.