Abstract:
La tesi si propone di analizzare il rapporto tra la mente umana e le macchine computazionali al
fine di individuare una possibile differenza tra le due che non sia semplicemente dovuta a contingenti
limitazioni tecnologiche, ma che sia una differenza di principio e di conseguenza assolutamente
incolmabile. Verranno a questo riguardo prese in esame argomentazioni derivanti dai Teoremi di
Incompletezza di Gödel, proposte da autori quali lo stesso Kurt Gödel e John Lucas, e, attraverso le critiche
rivolte ad esse da numerosi filosofi e logici, tra i quali Hillary Putnam e Solomon Feferman, si cercherà di
stabilirne la validità e la portata. Si evidenzierà come questo dibattito, all’apparenza concernente tematiche
molto tecniche e settoriali, abbia in realtà importanti implicazioni in molti temi di importanza filosofica, tra i
quali la differenza tra verità e dimostrabilità, la possibilità per uomini e macchine di concepire il concetto di
infinito e il ruolo giocato da semantica e sintassi nel rapporto tra menti e macchine, ovvero se esista o
meno la possibilità che il nostro pensiero possa essere ricondotto a una pura e meccanica manipolazione di
sequenze di simboli.