Abstract:
Nonostante le teorie sulla traduzione, tradurre il non-standard è sempre stata una sfida per il traduttore, il quale non solo deve far da tramite tra due mondi linguistici diversi, ma deve far anche da ponte tra le due culture. La presente tesi si pone l’obiettivo di dimostrare quali ostacoli incontra il traduttore nella traduzione del non-standard, e a tal fine è stata presa in esame la traduzione in cinese di Cheng Mo de “Il cane di terracotta”, romanzo di Andrea Camilleri. Dopo un breve excursus sui dialetti, sulla letteratura dialettale italiana e cinese, e dopo un’introduzione sull’autore siciliano, si è passati all’analisi traduttologica. Particolare attenzione è stata posta al modo in cui il traduttore ha reso il peculiare linguaggio di Camilleri, un pastiche tra italiano standard e dialetto locale, e a come la “sicilianità” emerge lungo le pagine del romanzo in cinese.