dc.contributor.advisor |
Tessaro, Fiorino |
it_IT |
dc.contributor.author |
Cher, Elena <1976> |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2012-10-02 |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2013-04-30T08:53:49Z |
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dc.date.available |
2014-06-05T11:51:34Z |
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dc.date.issued |
2012-10-19 |
it_IT |
dc.identifier.uri |
http://hdl.handle.net/10579/2264 |
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dc.description.abstract |
Al giorno d’oggi alcune persone con disabilità intellettiva hanno raggiunto livelli di autonomia tali da mettere in crisi i pregiudizi che la società aveva nei loro confronti.
Queste persone sono divenute capaci di usare il denaro, di fare la spesa e cucinare, di spostarsi con i mezzi pubblici, d’intrattenere rapporti di amicizia e di organizzare i propri divertimenti nel tempo libero.
I progetti di vita elaborati assieme ai disabili stessi contemplano ruoli sociali reali e attivi, dando loro la possibilità di immaginare una vita futura in autonomia in un alloggio che non sia l’abitazione familiare e nemmeno una struttura protetta.
I limiti connessi alla disabilità e, più in generale, allo stato di salute, tuttavia, non permettono a queste persone di vivere completamente da sole.
Questo non significa però che non sia possibile per un disabile intellettivo trasformare il disegno di vita autonoma in un’esperienza reale e concreta.
Attraverso il controllo della sicurezza dell’ambiente domestico, mediante interventi educativi mirati e talvolta grazie agli stessi vicini di casa, che si rendono disponibili a fornire piccoli aiuti, è possibile garantire ai disabili un contesto di vita autonomo.
Una progettazione efficace e la presenza di reti di aiuto spontanee, però, da sole non bastano: è al contempo necessario garantire un adeguato livello di integrazione tra servizi e soggetti del territorio, tale da fornire risposte all’insegna dell’inclusione sociale; occorre altresì un’assunzione di responsabilità individuale e collettiva, a partire dagli stessi famigliari del disabile.
In alcuni territori della regione Friuli Venezia Giulia queste condizioni favorevoli si stanno già verificando e si può rilevare la presenza e la nascita di realtà abitative innovative quali condomini solidali e micro-aree, appartamenti per l’autonomia, programmi di avvicinamento graduale alla residenzialità e scuole di vita autonoma; spesso, queste soluzioni abitative non solo portano i disabili a potenziare le autonomie personali (sociali e quotidiane), ma favoriscono il loro radicamento nel contesto territoriale di appartenenza e costituiscono la premessa per una loro “biografia originale”. |
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dc.language.iso |
it |
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dc.publisher |
Università Ca' Foscari Venezia |
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dc.rights |
© Elena Cher, 2012 |
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dc.title |
L’abitare possibile. Un disegno di vita autonoma per i disabili intellettivi. |
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dc.title.alternative |
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dc.type |
Master's Degree Thesis |
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dc.degree.name |
Lavoro, cittadinanza sociale, interculturalità |
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dc.degree.level |
Laurea magistrale |
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dc.degree.grantor |
Scuola in Servizio Sociale e Politiche Pubbliche |
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dc.description.academicyear |
2011/2012, sessione autunnale |
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dc.rights.accessrights |
openAccess |
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dc.thesis.matricno |
825019 |
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dc.subject.miur |
SPS/04 SCIENZA POLITICA |
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dc.description.note |
Corso di Laurea magistrale (ordinamento ex D.M. 270/2004)
in Lavoro, cittadinanza sociale, interculturalità |
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dc.degree.discipline |
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dc.contributor.co-advisor |
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dc.provenance.upload |
Elena Cher (825019@stud.unive.it), 2012-10-02 |
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dc.provenance.plagiarycheck |
Fiorino Tessaro (tessaro@unive.it), 2012-10-15 |
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