Abstract:
La distopia critica, filone nato attorno agli anni Sessanta del Novecento, rappresenta un potente mezzo letterario di denuncia sociale, diventa un luogo di espressione, di ribellione e di resistenza, creato da donne che si rifiutano di conformarsi a un mondo ancora patriarcale, fatto su misura per gli uomini. Questo genere offre uno spazio nuovo di scrittura femminile, attraverso il quale le autrici trasmettono l'importanza e la necessità di un cambiamento, che inizia dalle protagoniste dei loro romanzi, ma che può e deve proiettarsi nel presente. Il potere della distopia critica femminista risiede nel rapporto stretto con la dimensione extraletteraria, nella sua capacità di riflettersi nella realtà e di mettere in discussione molti dei meccanismi sociali a cui quotidianamente acconsentiamo. Questo è ciò che rende il legame tra pensiero femminista e finzione narrativa così squisitamente potente e stimolante.