Abstract:
Le tematiche etiche di fine vita si inseriscono all’interno di uno scenario che si caratterizza da frequenti e numerosi dibattiti che vedono il coinvolgimento dei mass media, dell’opinione pubblica, dei professionisti sanitari e non e degli esperti di bioetica.
La cura e l’assistenza ai malati in condizione di fine vita sono caratterizzate da notevoli problematiche causate dai numerosi sintomi sia fisici che psicologici che la malattia porta al malato e alla sua famiglia.
L’etica si occupa di ciò che viene considerato dall’uomo giusto o sbagliato, ossia tratta ciò che riguarda la morale e i valori dell’uomo che ne determinano il suo comportamento. La medicina vede un’applicazione sempre più forte delle tecnologie ed allora si chiede all’etica di capire come essa possa gestire le nuove potenzialità coerentemente con i suoi fini specifici, evitando che prevalga l’attitudine puramente tecnica per cui tutto ciò che si può fare si legittima di per sé. La bioetica, che si occupa delle questioni morali che nascono dal progresso della ricerca biologica, tecnologica e medica, viene chiamata in causa di fronte a quelle tecnologie che cercano di oltrepassare il limite della scienza per invadere quello della morale, provocando di conseguenza critiche, polemiche e dilemmi.
La persona inguaribile, con una ridotta aspettativa di vita, è bisognosa di assistenza continuativa durante l’accompagnamento alla morte, nei confronti del quale appare inutile il ricorso a terapie di tipo eziologico, restando possibili soltanto la somministrazione di interventi e trattamenti sintomatici di natura palliativa. Di fronte all’impossibilità di guarire diventa allora indispensabile non più curare (to cure) ma prendersi cura (to care).
La filosofia delle cure palliative sottolinea che è importante non solo intervenire sui sintomi fisici: ciò può essere settoriale rispetto alla sofferenza nella sua globalità (total pain). Lo scopo fondamentale che le cure palliative devono conseguire, soprattutto nel periodo precedente la morte della persona, è il contatto comunicativo con la stessa, contatto che si rende concreto con l’intensificazione della presenza: per la persona assistita è importante che ci sia qualcuno con cui condividere l’esperienza della vita che si conclude. Si ritiene quindi fondamentale che l’assistenza fornita al malato terminale dai servizi socio-sanitari preposti rispetti la sua qualità di vita, attraverso il controllo del dolore e il supporto psicologico alla famiglia e al malato stesso. Oltre a cercare di applicare al meglio la filosofia delle cure palliative, è opportuno che i servizi compiano periodicamente una verifica sull’attività svolta dai vari professionisti coinvolti, ad esempio attraverso la valutazione della qualità percepita, per individuare ed evidenziare punti critici e di forza dei servizi al fine di attuare, quindi, un miglioramento continuo in questo ambito di cura così delicato.