Abstract:
Nel 2004 Donald A. Norman, studioso di scienze cognitive, ha pubblicato un saggio dal titolo Emotional Design: why do we love (or hate) everyday things come sintesi di un lungo studio sulla relazione tra l’uomo e gli oggetti. Norman porta la sfera emotiva al centro della relazione che abbiamo con gli artefatti che ci circondano: la ricerca di un quid emozionale per fidelizzare il consumatore ad un determinato brand passa necessariamente per il design e per i processi comunicativi. Uno dei primi strumenti di valutazione e studio dell’elemento emozionale nel consumatore, chiamato Kansei Engineering, è stato progettato in Giappone da un professore dell’Università di Hiroshima. Con questo metodo è stato possibile studiare la progettazione di prodotti che fossero in grado di trasferire un’esperienza emozionale all’utente attraverso gli elementi di design. Grazie al raggiungimento della sfera emotiva, un brand può mirare alla conquista non solo dell’utente ma anche della sua fiducia, tramite un sentire che aggiunge valore e significato al prodotto. Questo elaborato vuole andare ad analizzare l’elemento emotivo del design attraverso un focus sul design del prodotto, mettendo a confronto due casi: MUJI無印良品, azienda multinazionale giapponese di arredamento e abbigliamento fondata nel 1980, e Alessi, azienda italiana di prodotti di design, fondata nel 1921. Sono due aziende estremamente diverse, dalla storia e dal contesto culturale differente e anche i loro prodotti sembrano non avere nulla in comune. In realtà, MUJI e Alessi hanno un elemento che li accomuna: entrambe perseguono l’intento di generare un’emozione in chi entra a contatto con i loro prodotti attraverso il design del prodotto stesso.