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I recenti eventi che affliggono le economie europee hanno portato a rispolverare uno dei temi più controversi della storia economica: il finanziamento monetario del debito pubblico.
Strumento molto utilizzato in passato da alcuni Paesi dell'attuale Unione Europea, meno da altri, lo stesso sembra aver segnato un destino per il futuro degli stessi. In questo lavoro si tenta innanzitutto di mostrare come il suo utilizzo nel passato, da parte dell'Italia, si sia ripercosso sulla situazione attuale.
Il divieto di finanziamento monetario, imposto dall'articolo 123 del Trattato sull'Unione Europea, comporta attualmente seri problemi per la politica monetaria unica e per l'autorità che la governa: la Banca Centrale Europea.
Ai Governi è stata tolta, con tale disposizione, un'utile valvola di sfogo. Questa veniva utilizzata soprattutto in periodi di forte tensione sui mercati, così da evitare di dover cadere nella stagnazione dell'economia, a causa di misure a favore del rigore dei conti.
Inoltre l'assenza di un'autorità fiscale comunitaria e le difficoltà incontrate dalla classe politica nell'aumentare il livello di integrazione sembrano peggiorare ulteriormente la situazione. E i mercati nel frattempo mostrano tutta la loro sfiducia.
A tal proposito si propongono delle soluzioni abbastanza eterogenee (dagli Euro Union Bond al Ministero del Tesoro dell'UE), ma senza approfondire il tema.
L'obiettivo fondamentale, invece, è quello di analizzare quegli strumenti di carattere straordinario attivati dalla Banca Centrale Europea, durante la presidenza Trichet e con quella di Draghi.
Nel primo caso si parlerà di come si sono modificati gli orientamenti di pensiero nel Consiglio direttivo BCE in merito al tasso di interesse e, inoltre, si farà anche una breve trattazione della cosiddetta Enhanced Credit Support Policy.
Ma elemento fondamentale della trattazione (e che sta al centro dell'attenzione perché sembra rappresentare una forma di monetizzazione del debito sovrano) sarà il controverso Securities Markets Programme, attivato nella Primavera del 2010.
Di questo verrà fatta un'analisi che toccherà svariate tematiche: le implicazioni, a livello giuridico, che il suo utilizzo può avere; l'operatività; i rischi che la banca centrale si è assunta; le critiche e le principali correnti di pensiero pro e contro; una brevissima analisi dei dati che lo riguardano.
Per quanto concerne l'attualità, invece, si tenterà di capire il mutamento nella linea di governo della crisi da parte della BCE. Di conseguenza si presenterà, alla fine del lavoro, una piccola analisi degli innovativi strumenti di politica monetaria, messi a punto con lo scopo di risolvere l'attuale crisi del debito pubblico europeo. |
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