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Il c.d. “federalismo fiscale municipale”, oggetto di studio del presente lavoro, rappresenta una parte del più ampio processo di riforma delle istituzioni e del sistema fiscale in senso federale che l’Italia ha intrapreso da alcuni anni, ispirato da importanti e nobili principi quali la trasparenza, la responsabilità, la sussidiarietà e il decentramento, con l’obiettivo di ridisegnare i rapporti tra cittadini e le tanto bistrattate istituzioni pubbliche.
Tale processo iniziato con la riforma del Titolo V della Costituzione, è proseguito con l'emanazione della legge delega n.42 del 2009, la quale detta i principi e criteri direttivi per l'attuazione del federalismo fiscale, attraverso il superamento del sistema di finanza derivata presente in Italia e l'abboandono del criterio della spesa storica, verso un sistema di finanza propria, attraverso l’abolizione di gran parte dei trasferimenti statali ed il superamento del criterio della spesa storica a favore “di un sistema di forte autonomia locale, che valorizzi la qualità dell’azione amministrativa e la responsabilità degli amministratori”, basato sul finanziamento del fabbisogno necessario in relazione al costo standard dei livelli essenziali delle prestazioni o delle funzioni fondamentali di cui all’articolo 117, secondo comma, lettere m) e p), della Costituzione.
Perlomeno nei propositi tale processo, assegnando maggiore autonomia di imposizione agli Enti locali, dovrebbe consentire agli elettori di controllare democraticamente l’operato degli amministratori, proprio in relazione all’utilizzo delle risorse introitate attraverso il prelievo fiscale, valutando la qualità dei servizi offerti per le prestazioni fondamentali.
E proprio la responsabilizzazione degli amministratori locali, l’efficienza nella gestione degli introiti, il controllo da parte degli elettori, l’autonomia finanziaria attuata attraverso il passaggio dal sistema di finanza derivata a quello di finanza propria, sono gli obiettivi del decreto legislativo 14 marzo 2011 n. 23 recante “Disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale” pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 23 marzo 2011 n. 67.
Il decreto approvato in attuazione degli articoli 11, 12 e 13 della legge delega 42 del 2009, persegue le finalità delineate dall’art. 119 della Costituzione, incidendo in maniera sostanziale sull’autonomia finanziaria e definendo la nuova struttura delle entrate dei comuni sia nella prima fase transitoria che in quella a regime, a partire già dall’anno 2011.
Tale autonomia, che consentirà il finanziamento (in base al fabbisogno standard) delle spese riconducibili alle funzioni fondamentali [ex art. 117, secondo comma, lettera p) della Costituzione] e alle altre funzioni ed interventi speciali, sarà raggiunta, nella prima fase transitoria, attraverso la sostituzione delle entrate derivanti dai trasferimenti erariali con tributi propri, compartecipazione al gettito dei tributi erariali riferibili al territorio e da un fondo sperimentale di perequazione, e nella fase a regime, oltre a quanto già attuato nella precedente, attraverso la creazione di un fondo perequativo e l’istituzione di un’imposta municipale unica secondaria. |
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