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L’esigenza di sviluppare competenze trasversali, spendibili sia sul piano educativo e formativo che su quello professionale e lavorativo, trova oggi sempre più spazio. La nostra società, infatti, ci mette di fronte sempre maggiori sfide che necessitano di essere affrontate con gli strumenti più adeguati. Tali sfide sono parte di un sistema complesso che non può più essere interpretato facendo uso di approcci obsoleti e che tendono a semplificare i meccanismi sociali e interculturali. Flussi, differenze e sistemi fluidi devono imporsi come chiave di lettura della nostra realtà, dei fenomeni con cui ci confrontiamo e delle pratiche che adottiamo quotidianamente nei confronti dell’Altro. Per questo motivo si rende fondamentale sviluppare una serie di competenze che ci consentano di relazionarci con la realtà in cui siamo inseriti nel modo più consapevole possibile, ma che ci permettano allo stesso
tempo di condurre azioni efficaci nei confronti di cui quegli agenti con cui, instaurando relazioni, formiamo il sistema organico entro cui ci muoviamo. Fra le competenze trasversali, quelle inerenti alla sfera sociale si pongono, dunque, come indispensabili: l’interazione non può prescindere dalla capacità di ognuno di comprendere l’altro, di capire cosa e in che modo comunicare con l’altro e di collaborare con l’altro. Le competenze comunicative si collocano proprio a metà strada fra l’empatia e la collaborazione, e costituiscono perciò uno snodo fondamentale che si costituisce facendosi carico delle emozioni, le intenzioni e i valori di chi ci troviamo di fronte, e che orienta, se non addirittura dirige la possibilità stessa di collaborare per uno stesso scopo. Tuttavia, le competenze comunicative di cui disponiamo non sempre sono adeguate rispetto al contesto, al messaggio e agli interlocutori, e siamo spinti a dover tenere conto di una serie di fattori che rendono più complessa la relazione e possono mettere in crisi le nostre competenze. Questi fattori possono comprendere, ad esempio, il retroterra culturale o la cultura di appartenenza di coloro con
cui ci rapportiamo: non sempre conoscere i riferimenti culturali dell’interlocutore è sufficiente. Saper interagire nella comunicazione si impone come il valore aggiunto che consente di fondare l’agire collaborativo tra attori in un contesto sociale, soprattutto, ma non solo, in quello professionale. L’obbiettivo di questo elaborato è quello di verificare in che maniera e in quali condizioni le capacità
di comunicazione si possono sviluppare, quali sono gli elementi di fondo della comunicazione efficace, mettendo in evidenza come la questione interculturale sia cogente proprio per via della fluidità che esperiamo continuamente nella nostra società, la quale non si costituisce certamente per compartimenti stagni e impermeabili. Si costituisce piuttosto a partire dalla continua osmosi a cui siamo esposti, attraverso cui ci confrontiamo con culture diverse e sistemi di valore a noi non comuni. Infine, è necessario sottolineare che le competenze trasversali sono risorse che spesso non sono a disposizione di tutti, in modo forse ancor maggiore delle competenze tecniche. Le disuguaglianze sociali, infatti, non pongono tutti nella condizione di poter sviluppare le proprie competenze e, di converso, proprio perché sono inaccessibili ai molti, si riproducono quelle stesse disuguaglianze che non consentono in primo luogo un’adeguata formazione e una successiva applicazione delle competenze apprese. All’interno dell’elaborato, sarà mio compito, non solo inquadrare le capacità comunicative e i caratteri fondamentali di queste, ma anche mostrare in quali contesti le differenze sociali non consentono un adeguato sviluppo di tali competenze e cosa accade quando la comunicazione stessa non tiene conto di quelle differenze, atteggiamento che mina alla base la relazione con l’altro. |
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