Abstract:
L’aumento dei minori con disabilità provenienti da contesti migratori è un fenomeno strutturale che invita le istituzioni a rivedere gli approcci metodologici, gli assetti organizzativi e le modalità comunicative. La condizione di disabilità unita a quella della migrazione espone le famiglie a una maggiore vulnerabilità. L’elaborato affronta i temi “disabilità” e “immigrazione” nel loro intrecciarsi. Dopo aver analizzato la questione in termini quantitativi e legislativi si approfondiranno le ricerche nazionali e i contributi dell’antropologia, della pedagogia e della clinica transculturale. Tutti gli studi sollecitano l’adozione di un approccio interdisciplinare che sia in grado di considerare le appartenenze culturali, la migrazione e il contesto familiare. I servizi del Comune di Venezia, in collaborazione con la Neuropsichiatria Infantile, hanno sperimentato un dispositivo gruppale che coinvolge madri immigrate con figli con disabilità finalizzato non solo all’apprendimento della lingua italiana come L2 ma anche all’orientamento ai servizi e alle realtà associative del territorio. Donne fragili in quanto impegnate nel lavoro di cura, prive di reti familiari di supporto, in difficoltà a relazionarsi con l’esterno anche per le scarse competenze linguistiche. L’esperienza ha migliorato il coinvolgimento delle famiglie, in particolare delle madri, nei percorsi di inclusione sociale e scolastica dei loro figli tanto da esser divenuto un intervento strutturato dei servizi.