Abstract:
Dopo un breve excursus sulle origini del processo tributario, la tesi affronta alcuni aspetti chiave legati al concetto di “giusto processo” e, successivamente, si concentra sulla struttura e sulle competenze delle commissioni tributarie odierne e sulla capacità di essere parte e di stare in giudizio.
Nel secondo capitolo l’attenzione viene posta sulla ripartizione dell’onere probatorio e sui principi a questo collegati, facendo inoltre riferimento ai poteri istruttori attribuiti alle parti e alle commissioni. Nell’esercizio di detti poteri si assiste ad una contrapposizione di esigenze e, per comprendere a fondo questo tema, la tesi analizza le limitazioni poste alle indagini tributarie al fine di garantire, durante le stesse, le libertà e i diritti inviolabili spettanti al contribuente.
Nel terzo capitolo l’elaborato affronta il dibattuto tema della prova testimoniale, la quale risulta espressamente vietata dall'art. 7 del d.lgs. n. 546/1992. L’esclusione di tale mezzo probatorio ha creato diverse perplessità, tant’è che negli anni sono state sollevate diverse questioni di legittimità a riguardo. Dopo un’analisi di tale divieto anche a livello comunitario, la tesi affronta l’istituto della testimonianza scritta, strumento che, non snaturando il carattere scritto e documentale del processo tributario, pare essere in grado di superare le ragioni dell’inammissibilità della prova per testi.
Le dichiarazioni di terzi sono l’oggetto del capitolo successivo e, in particolare, l’elaborato ne analizza l’utilizzabilità e l’efficacia probatoria, facendo inoltre un confronto con la disciplina prevista nel processo civile. L’ultimo capitolo, infine, tratta gli altri mezzi di prova che possono essere utilizzati, tra i quali, ad esempio, le prove raccolte in sede penale e la confessione.