Abstract:
Se si volesse individuare la caratteristica che accomuna tutti gli sfaccettati fenomeni di arte di strada, la volontà di far sentire la propria voce sarebbe ciò che più caratterizza le opere che popolano lo spazio pubblico.
Affermare la propria esistenza, tuttavia, non risulta semplice, non solo nel mondo della cultura. Da tale riflessione nasce il parallelismo tra questa tipologia di arte e il territorio italiano: numerose aree del Paese vengono spesso trascurate e dimenticate, con il rischio di cancellare un enorme sostrato culturale che contribuisce a formare l’identità storica della nazione.
Ma proprio quando la società e le istituzioni dimenticano e lasciano inascoltate le voci, è l’Arte a intervenire e provare a ridare vita a spazi non più considerati.
Il fenomeno, nonostante possa eventualmente apportare effetti e esternalità positive, ha una complessità giuridica evidente. Il tema offre particolari spunti di analisi poiché investe numerosi campi e sfere, da quella privatistica a quella pubblica, ma tocca da vicino anche la libertà di espressione del singolo. Questo porta all’esigenza di approfondire suddetto campo normativo e dunque analizzare se e come la legge italiana sia intervenuta al riguardo.
In questo quadro, è opportuno rivolgere particolare attenzione all’applicazione delle nuove tecnologie, non solo dal punto di vista della comunicazione e il ruolo fondamentale che i nuovi media giocano nella diffusione delle opere. L'indagine, infatti, si concentra anche sulle nuove tendenze riguardanti gli NFT – non fungible token - e la tecnologia blockchain. Se la natura effimera è forse l’aspetto più evidente delle opere di arte di strada, l’applicazione del digitale porta a una ribellione naturale, in quanto contrasta la fugacità e garantisce l’estensione dell’esperienza oltre i confini del muro. Gli artisti, grazie agli NFT, hanno il potere di essere ascoltati in tutto il mondo, possono vendere e commercializzare le proprie opere, possono ampliare il loro pubblico e diffondere al meglio i messaggi di intenso valore contenutistico veicolati da questo tipo di arte. Immortalare i murales sulla blockchain permette a queste opere di vivere ben oltre la loro “data di scadenza”.
Date queste premesse, il punto cruciale della tesi riguarda le politiche pubbliche culturali, poiché si vuole indagare la possibilità di attivare il capitale culturale di un territorio attraverso la street art, rafforzando il potenziale turistico ed economico di aree soggette allo spopolamento e all’abbandono. In particolare viene proposta l’osservazione della rigenerazione urbana del borgo molisano di Civitacampomarano (CB). La street art potrebbe essere solo una delle strade per la rivitalizzazione dei borghi e la rinascita di un’Italia ormai quasi dimenticata. Il fine è quello di attrarre un flusso di turisti, escursionisti e abitanti, che ricominciano a vivere gli spazi, guardandoli con occhi diversi. Non più uno sguardo nostalgico per un passato ormai scomparso, ma ricco di speranza grazie a una vitalità che, lentamente si era allontanata da questi luoghi, e che adesso torna a vivere tramite un’arte nata fuori dall’ordinario.
È un’Italia, questa, lontana dai problemi di overtourism e inquinamento eccessivo. Questa Italia è quella delle tradizioni culinarie, degli insegnamenti degli antenati, dei dialetti, delle relazioni sociali e familiari ricche di storie ed emozioni. È un’Italia che, in un’ottica post-pandemica, sta riprendendo un posto nella mente dei visitatori, che si sta affermando tra i connazionali ma anche all’estero, e che può puntare sulle nuove tecnologie per una tanto auspicata rinascita. La domanda alla base di questa tesi, pertanto, è questa: è possibile dare un futuro a questi territori attraverso l’arte di strada e il digitale?