Abstract:
La ricerca si propone di analizzare la figura di Christine de Pizan, prima scrittrice medievale, donna, laica, di professione, e la sua opera più celebre, il Livre de la Cité des Dames. Christine, in quanto donna vissuta tra il XIV e il XV secolo, secondo la tradizione misogina e maschilista, non avrebbe dovuto avere il diritto di ricevere un’istruzione, di scrivere e, tanto meno, la possibilità di esprimere il proprio pensiero pubblicamente attraverso i suoi scritti. Da qui l’esigenza dell’autrice di legittimare la propria autorità attraverso molteplici espedienti letterari che saranno analizzati nel corso della ricerca. Con il Livre de la Cité des Dames, composto tra il 1404 e il 1405, Christine intende confutare la radicata tradizione misogina che considera le donne come degli esseri inferiori, capaci solo di piangere, parlare e filare. Nel corso della metaforica costruzione della città, Christine re-impiega principalmente Boccaccio, dal quale recupera il maggior numero di figure esemplari femminili, delle quali si impegna a riscrivere la storia depurandola da ogni possibile accezione negativa, da cui l’autore italiano non era esente. Gli exempla di queste donne, selezionate dall’autrice per il loro valore morale e virtuoso, costituiscono gli stessi materiali con cui la città viene costruita, per garantire loro libertà e protezione per l’eternità.