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La tesi è dedicata a un problema urgente e ancora molto dibattuto nella società russa contemporanea, ovvero, la violenza domestica. Lo scopo della tesi è presentare e confrontare l’esperienza di tre “centri di crisi” a sostegno delle vittime della violenza domestica e sessuale in Russia, letti sullo sfondo del contesto, soprattutto normativo, internazionale. Sono passati trent’anni dall'inizio dello sviluppo dei primi centri di crisi non statali in Russia. A questo proposito, in seguito agli eventi degli ultimi anni (depenalizzazione della violenza domestica nel 2017, le reazioni negative al progetto di legge federale "Sulla prevenzione della violenza domestica" nel 2019, l’aumento dei casi di abusi durante il lockdown nel 2020), e nell’assenza ancora oggi di una legge che dia una corretta definizione o che definisca la violenza domestica come un problema legale, è interessante rivedere e analizzare l’esperienza e risposta organizzativa dal basso di simili centri. Laddove lo Stato fallisce a dare una risposta sistemica al problema, entrano in azione le organizzazioni non governative (ONG), i centri di crisi e movimenti, per la maggior parte, di donne, che oltre alle difficoltà incontrate nel loro percorso, continuano a non ricevere qualsiasi tipo di aiuto o assistenza da parte del governo. La mancanza di campagne educative statali sulla prevenzione della violenza domestica è un grave sintomo dell'indifferenza statale verso un problema che colpisce direttamente la vita, la salute e la sicurezza delle cittadine. Perciò, la necessità di fornire assistenza alle vittime che hanno subito violenza domestica è di fondamentale importanza. Per una migliore compressione dell’evoluzione dei centri di crisi sullo scenario nazionale, la tesi, in primo luogo, presenterà una riflessione generale sulla società civile nella Russia post-sovietica. È durante questo periodo storico, grave situazione economica e crescenti disordini nella società all’inizio degli anni ’90, che il termine “violenza domestica” è entrato a far parte del linguaggio comune e più tardi di quello politico. Successivamente, per riuscire a focalizzare meglio il problema e le sue espressioni negli ultimi decenni, lo studio presenterà gli interventi a livello internazionale contro la violenza sulle donne e la violenza domestica, e la ricezione del diritto internazionale nell’ordinamento russo, come risultato dell’impegno da parte dello Stato in diversi trattati internazionali sottoscritti. A questo punto della ricerca, considerata la sfera internazionale, lo studio illustrerà un breve excursus storico-normativo della Russia, nel tentativo di adottare una legge contro la violenza domestica dalla fine dell’Unione sovietica, e conformemente, la risposta odierna del sistema giudiziario russo per far fronte al problema. Infine, la tesi descriverà e analizzerà l’esperienza e i modelli tipici dei centri di crisi presi come caso di studio. Sulla base di un’attenta analisi dei loro siti web, articoli scientifici, articoli di riviste, media, i loro rapporti annuali, fonti visive e interviste orali, nei due capitoli finali, la tesi analizzerà il loro percorso, le pratiche introdotte, l’organizzazione del lavoro, i discorsi sviluppati, i risultati ottenuti, le relazioni con altri enti e organizzazioni nazionali e internazionali, le minacce e i loro limiti. Questi centri, insieme a tutta la rete creata sul territorio nazionale, sembrano essere gli unici mezzi effettivi di aiuto a chi ha subito violenza domestica, compresa la violenza sessualizzata, nel paese. |
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