Abstract:
Il presente studio prende le mosse da una lettera datata 25 giugno 1501 scritta da Michele Vianello, in Venezia, mediatore di Isabella d’Este marchesa di Mantova, in cui scrive: «[…] per el ditto <ho> recevutto ducati ventizinquele per dar a Ioan Bellino, el quale se atrova alla villa; serà qui, per quelli mi à ditto di chaxa sua, fra 5 iorni […]». E ancora, lo stesso Michele Vianello, in una lettera del 15 ottobre 1502, scrive che Giovanni Bellini «[…] a queli iorni non se trovava nella tera […]». Per due volte è attestato che Bellini si trovasse fuori Venezia, ma dove? Su di lui aleggia il mito del pittore che non si sposta mai dalla sua terra, e queste frasi sono quasi sempre passate inosservate. Va considerato che a questa altezza temporale Giovanni Bellini era un artista molto più che affermato: aveva denaro e fama, oltre al fatto che nell’ultimo decennio del XV secolo era rimasto vedovo ed aveva perso il suo unico figlio. Va anche osservato che in questi anni aveva ricevuto delle importanti commissioni presso Vicenza e che proprio negli sfondi delle sue opere di questo periodo è raffigurata tale città. Questa tesi si rivela un’occasione per riflettere sulla possibilità e sulla credibilità di un possedimento di Giovanni Bellini in terraferma, con la volontà di aggiungere un ulteriore tassello all’immagine di questo pittore che è stata molto studiata, ma che presenta ancora, nonostante tutto, degli aspetti trascurati.