dc.contributor.advisor |
Gardenal, Gloria |
it_IT |
dc.contributor.author |
Pontoni, Alessandro <1988> |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2012-10-07 |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2012-12-11T13:32:58Z |
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dc.date.available |
2012-12-11T13:32:58Z |
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dc.date.issued |
2012-10-19 |
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dc.identifier.uri |
http://hdl.handle.net/10579/2168 |
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dc.description.abstract |
L’attività di private equity sta assumendo sempre più un ruolo di primaria importanza all’interno dei sistemi economico-finanziari a livello internazionale. Con particolare riferimento all’Italia, il mercato del private equity risulta essere relativamente giovane e di piccole dimensioni, se confrontato con la realtà anglosassone; ciononostante anch’esso è stato caratterizzato nell’ultimo decennio da un forte processo di crescita e sviluppo.
La possibilità di reperire quello che efficacemente si definisce capitale paziente può risultare decisiva nell’economia di un’impresa, ancor di più in una situazione come quella attuale in cui si registra la crescente difficoltà da parte delle imprese nel reperire risorse finanziarie sul mercato a costi sostenibili. Tale ragionamento vale a maggior ragione per un sistema imprenditoriale, come quello italiano, in cui le piccole-medie imprese sono affette dal fenomeno della sottocapitalizzazione, una condizione tanto strutturale quanto patologica.
In questo scenario, il presente lavoro si pone l’obiettivo di valutare l’impatto economico-finanziario prodotto dagli investitori di private equity sulle imprese target, con riferimento al mercato italiano. Attraverso l’analisi dei bilanci delle imprese oggetto di investimento, si è operato un confronto temporale tra il periodo precedente e quello successivo all’investimento dell’operatore di private equity, quantificando la variazione intervenuta in una serie di significativi indicatori di performance (fatturato, EBITDA, cash flow) e indici (di redditività, di equilibrio patrimoniale e finanziario, di rischiosità).
Inoltre si è voluto verificare se gli eventuali benefici apportati dagli investitori istituzionali nel capitale di rischio siano di natura strutturale o solamente temporanea. A tal fine è stato effettuato un ulteriore confronto temporale tra il trend fatto registrare dalle imprese target durante l’holding period e quello che le caratterizza negli anni successivi al disinvestimento da parte dell’operatore di private equity. |
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dc.language.iso |
it |
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dc.publisher |
Università Ca' Foscari Venezia |
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dc.rights |
© Alessandro Pontoni, 2012 |
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dc.title |
Il private equity in Italia e l'impatto economico-finanziario sulle imprese. |
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dc.title.alternative |
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dc.type |
Master's Degree Thesis |
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dc.degree.name |
Amministrazione, finanza e controllo |
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dc.degree.level |
Laurea magistrale |
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dc.degree.grantor |
Dipartimento di Management |
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dc.description.academicyear |
2011/2012, sessione autunnale |
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dc.rights.accessrights |
openAccess |
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dc.thesis.matricno |
834601 |
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dc.subject.miur |
SECS-P/09 FINANZA AZIENDALE |
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dc.description.note |
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dc.degree.discipline |
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dc.contributor.co-advisor |
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dc.date.embargoend |
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dc.provenance.upload |
Alessandro Pontoni (834601@stud.unive.it), 2012-10-07 |
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dc.provenance.plagiarycheck |
Gloria Gardenal (ggardenal@unive.it), 2012-10-15 |
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