Abstract:
In questa tesi analizzo il tema dello sfruttamento degli animali nell’ambito dell’arte contemporanea, analizzando lo status giuridico degli animali non umani e le misure volte alla loro protezione all’interno della pratica artistica.
Nel primo capitolo contestualizzo la pratica dell’ “arte viva” lungo la storia della performance: introduco l’Arte Povera in Italia per poi analizzare l’opera di Jannis Koiunellis e il suo rapporto con la materia animale; nello stesso capitolo sono analizzate anche le pratiche di altri artisti canonizzati come Joseph Beuys, Jan Fabre, Hermann Nitsch, Gli artisti che tratto sono figure fondamentali del panorama contemporaneo che hanno rivoluzionato il rapporto dell’artista con il pubblico e con la materia artistica. In particolare, analizzo i casi in cui questa materia è un animale non umano, materia viva per l’artista da utilizzare nella sua opera. Gli animali sono stati oggetto dell’arte fin dalle prime espressioni artistiche, come i dipinti rupestri e costumi cerimoniali delle antiche comunità indigene. Tuttavia, l’arte contemporanea ha portato il coinvolgimento degli animali nell’arte un passo oltre: alcuni artisti hanno deciso di includerli direttamente come parte dell’opera per fare dichiarazioni politiche e sociali sulla nostra relazione con il mondo animale.
Nel secondo capitolo affrontiamo il tema della legislazione attorno all’essere animale non umano e dell’attivismo animalista. Constatiamo lo stato della legislazione attuale – europeo e italiano –, mettendone in risalto difetti e riportando proposte di legislazione di espriti di diritto animale come Rachel Share. La trattazione è accompagnata dalle voci eminenti degli Animal Studies come Peter Singer e Tom Regan, che scrivono sul tema dagli anni Ottanta, ma anche da personalità del contemporaneo come Donna Haraway, Kari Weil, Cary Wolfe, di cui viene sottolineata l’importanza in questo panorama accademico. Approfondisco in particolare il tema della tassidermia, forma in cui il corpo animale viene utilizzato nelle opere degli artisti trattati, distinguendo in particolare fra due tipi, la tassidermia “pasticciata” e quella “speculativa” teorizzata da Giovanni Aloi. Per quanto rigurarda l’ambito italiano, svolgo una breve storia dell’attivismo animalista che possa contestualizzare il quadro legislativo odierno e le modifiche che ci sono state negli ultimi decenni.
L’ultimo capitolo dell’elaborato è dedicato all’analisi della pratica artistica di personalità dell’arte contemporanea come Adel Abdessemed, Berlinde de Bruyckere, Maurizio Cattelan, Wim Delvoye, Damien Hirst, gli attriti che hanno avuto con le associazioni animaliste, con la legge, con il pubblico. L’approccio che adotto è antispecista e critico nei confronti della posizione subalterna dell’animale non umano rispetto a quello umano, della sua mercificazione e del suo sfruttamento.