Abstract:
Il segno, o meglio la sua realizzazione, è un bisogno che risiede in ogni essere umano, di ogni luogo e cultura. Impronte nelle grotte, incisioni sul legno e poi su pietra: da una similitudine di tracce ogni cultura ha poi sviluppato un proprio sistema per comunicare, per lasciare “nero su bianco” la propria storia.
Studiando la scrittura di una cultura è quindi possibile risalire al popolo che l’ha creata e sviluppata nel corso dei secoli, ma è possibile, attraverso un processo contrario, studiare la cultura per motivare le differenze stilistiche riscontrabili nelle diverse grafie.
Ponendo a confronto la calligrafia italiana, nello specifico la scrittura ‘cancelleresca’ o ‘italica’, e lo 書道 shodō, “Via della Scrittura” giapponese, in particolare il corsivo kana realizzato durante l’elaborazione della Kokufū Bunka, sarà possibile individuare queste differenze o scoprire similitudini.
Analizzando due periodi storici differenti, quali il Rinascimento italiano (1500) e il periodo Heian giapponese (794-1185), sarà necessario definire il contesto storico in cui queste grafie si sono formate, oltre a delineare lo sviluppo calligrafico italiano, nato nell’antica Roma, e l’introduzione della lingua scritta cinese in Giappone e i cambiamenti attuati per creare una propria scrittura autoctona, composta di kanji e kana.