Abstract:
Il filosofo Giorgio Agamben nella sua opera Il Regno e la Gloria (2009) descrive le componenti del processo da cui scaturiscono tutte le forme di potere. La caratteristica fondamentale del sistema proposto da Agamben è la relazione dinamica e indissolubile tra le componenti, ovvero: regno, gloria, economia gestionale e economia provvidenziale.
Se l’opera di Agamben esamina il rapporto consistente tra regno e gloria nella teologia cristiana e nelle moderne democrazie occidentali, in questo lavoro si utilizzerà la ricerca del filosofo italiano come strumento interpretativo per un luogo ed un contesto storico ben precisi: il Sudasia in epoca coloniale. Questa operazione permetterà di verificare la possibilità che anche in altri mondi vi sia il medesimo intimo legame tra regno e gloria.
Gli autori e le opere che verranno presi in esame nel presente lavoro svolsero un ruolo essenziale come glorificatori di un regno che senza essi non avrebbe avuto consenso e, dunque, potere. È infatti impossibile per un regno reggersi senza un impianto di glorificazione ed è altrettanto impossibile per la gloria, e per i glorificatori, produrre attività senza un regno che ne necessiti. Questo nuovo modo di intendere gli autori selezionati metterà in luce l’analoga operazione che essi svolsero in quanto glorificatori. Ciò permetterà di leggere insieme queste figure, tradizionalmente viste come antitetiche. La presenza di un’appendice visuale consentirà di sottolineare ulteriormente come l’attività di glorificazione del regno li abbia resi, a loro volta, degni di gloria. Questa circolarità dell’atto di lode mostrerà tutta la sua forza nell’oblio, il quale consente un uso selettivo della memoria, glorificando solo gli aspetti utili al mantenimento del regno.