Abstract:
La storia dei rom di Catanzaro, da quando la pianificazione dei quartieri popolari ha agito sul mutamento delle modalità abitative, permette di osservare come la trasformazione del contesto abbia condizionato la percezione del gruppo al suo interno e nella narrazione locale. Obiettivo di questa ricerca è individuare le strategie di adattamento e manipolazione delle categorie di stabilità e mobilità nei luoghi e nelle relazioni familiari nel confronto tra due insediamenti. A questo scopo sarà utile esplorare le caratteristiche dello spazio domestico a partire dai temi di cui si è occupato Andrea Staid (2017; 2021) in una raccolta di etnografie dell'abitare ai margini e nell’esplorazione del concetto culturale di autocostruzione. La partecipazione attiva alla costruzione della propria casa, la ridefinizione dei confini tra esterno e interno, la scelta di usare o nascondere il proprio codice linguistico sono alcune delle strategie impiegate da questo specifico gruppo di antico insediamento, per delineare le proprie relazioni e rappresentazioni, nel tentativo costante di non adattarsi passivamente al modello egemonico. Questo lavoro intende riflettere sulle modalità attraverso le quali il gruppo si inserisce nella società calabrese, mediando tra il bisogno di conservazione di un insieme di tradizioni e la mimetizzazione delle stesse, finalizzata a ottenere quella inclusione sociale che gli viene spesso negata. Il tema dell’assimilazione sarà trattato non tanto per decidere se sia o meno un obiettivo da raggiungere, ma per osservare in che modo si sia attuata nel tempo: i tratti distintivi del gruppo e i punti di contatto con la società in cui vivono, visti come modi per negoziare il delicato concetto di identità (Remotti 1996; 2019).