Abstract:
Il patrimonio museale fiorentino comprende una serie di istituzioni e raccolte che costituiscono preziosa testimonianza di una stagione del gusto che ha visto Firenze, tra Otto e Novecento, al centro di un immaginario e di un mercato antiquario di portata internazionale. In molti casi ancora custodite nella sede originaria, le collezioni sono accomunate dall’essere state concepite come «raccolte ambientate» (Baldry 2011), in cui ricerca e vagheggiamento del passato hanno portato a privilegiare la creazione di suggestione atmosferica e di consonanza tra contenuto e contenitore. L’elaborato ha inizio definendo gli albori del collezionismo di Primitivi nel Settecento. Segue una riflessione sul concetto di falsificazione, inteso nelle sue diverse sfumature (imitazione e revival, restauri estesi e manipolatori, contraffazione), relativamente all’ambito delle arti decorative. Al contempo, si osserva il formarsi di uno ‘stile fiorentino’ costituito da una mescolanza di elementi medievali e rinascimentali. Si riconoscono infine alcuni cambiamenti nel gusto a partire dagli anni Trenta del Novecento, quando il modello della «raccolta ambientata» entra in crisi. L’ultima sezione comprende una schedatura delle realtà museali che mantengono viva l’eredità dei protagonisti di questo momento del gusto fiorentino, fornendo per ciascuna indicazioni su biografia dei collezionisti, storia della sua formazione ed apertura al pubblico, natura giuridica, collezioni e allestimento.