Abstract:
La rotta balcanica è da anni teatro di costanti violazioni dei diritti umani: morti e violenze a danno delle persone che vogliono percorrerla per fare ingresso in Europa sono sempre più diffusi, le frontiere sono militarizzate e su numerosi confini sono stati eretti muri e barriere fisiche per impedire gli attraversamenti. Il diritto d’asilo viene costantemente negato e, in maniera sempre più preponderante, vengono messe in atto pratiche di respingimenti illegali, le quali diventano dei veri e propri respingimenti “a catena” in cui i migranti sono costretti a ripercorrere a ritroso la rotta.
La procedura delle riammissioni dall’Italia alla Slovenia viola le norme internazionali, europee e nazionali che regolano l’accesso alla procedura di asilo, tra cui l’articolo 10 della Costituzione Italiana, l’articolo 33 della Convenzione di Ginevra che sancisce il divieto di respingimento e l’articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che proibisce le torture, pene e trattamenti inumani o degradanti.
Nel corso del 2020 la situazione sul confine italiano ha visto un progressivo peggioramento, sia relativamente alla violazione dei diritti umani, sia rispetto alle pratiche di respingimento. Spesso è la rete solidale ad avere un ruolo centrale in questo contesto di abusi e violazioni, sono infatti le associazioni del territorio a porsi obiettivi come offrire assistenza, prestare primo soccorso, orientare ed informare i migranti, fornire supporto legale e protezioni.